29.9.11

Cara Sbetz

Tu, che quando ti ho vista la prima volta era per farti un colloquio e ho pensato sì, con una così ci posso lavorare domani, anzi pure sto pomeriggio, dai facciamo subito!
Tu, che ti sei accollata tutto, anche quello che io ho lasciato indietro perchè la mia lista delle priorità è stata stravolta e il lavoro è diventato un problema di serie C.
Tu, che ogni sera hai un appuntamento diverso, una cena con amici, un aperitivo di gruppo, un cinema, un concerto e chissà che altro.
Tu, che ti lamenti, ti inalberi poi ti inviperisci ma in fondo c'hai un cuore d'oro.
Tu, che mi mandi SMS criptici per tenermi sempre aggiornata su quello che verrà quando rientrerò e non mi nascondi nulla. Purtroppo.
Tu, che parli di management, strategie, colleghi e non di pannolini, scuole materne, feste di compleanno, corsi di nuoto e di pittura.
Tu, che sai farmi ridere e insieme diamo il peggio ma va bene perchè è cosa buona e giusta e guai a chi osi dire di no!
Tu, che sei ancora lieve e leggera e nemmeno lo sai, beata!
Tu, che non te ne devi andare mai, perchè insieme a pochi altri sei il mio appiglio a una Laberti che altrimenti non so più dove stia.
Tu, che stasera mi porti fuori dopo secoli di tutt'altro.
Tu, che non lo sai ma io sto qui a cuocere lenticchie e a portarmi avanti con pappe da riscaldare e pigiami già pronti sul letto per ritagliarmi uno spazio di due ore che suona come la terra promessa.
Sì pensaci tu, cara Sbetz, famme sognà!

28.9.11

Voglie

Di un aperitivo con le amiche.
Di un film scelto e non una roba per caso.
Di un personal shopper, un esperto di organizzazione guardaroba, di una governante, di una babysitter.
Di uno Spritz del Fioraio Bianchi Cafè, magari con Holger, il mio amico tedesco coi capelli a cespuglio e le polo di spugna fatte fare su misura...ma questo dico, sarebbe il top.
Di cazzeggiare, rimandare, postporre, sfanculare.
Di lavorare, con tanto di pausa caffè, pausa pranzo e discussioni colorite coi miei compagni di banco.
Di urlare, piangere, ridere, dire una gran fila di parolacce..smettendo di stare compassata nella perenne interpretazione dell'adulto da imitare.
Di perdere la pazienza, una volta per tutte.
Di andare in giro senza meta, senza un orologio sott'occhio, senza idee, senza problemi, senza impegni, senza appuntamenti. SENZA.
Di stravaccarmi sul divano finalmente padrona del telecomando, guardando tutto tranne SOS Tata o Ballarò, mangiando gelato e bevendo vino, telefonando a più non posso e sì, facendo anche un po' l'amor.

A volte vorrei essere profondamente diversa da quella che sono. Azz'

27.9.11

Titubanze

La lista delle cose da fare è sempre interminabile e la scusa c'è eccome.
Poi si inizia con l'asilo e si ritorna alla scuola materna e i 'to dos' lievitano, si moltiplicano, aumentano smisuratamente.
E invece di correre da una parte all'altra di Milano depennando qua e là, ci si ritrova per tre mattine di fila a fare una seconda colazione al caffè dietro alla scuola, perdendo le ore a discorrere di tutto e di niente con mamme più giovani e più vecchie, italiane e straniere, ansiose e rilassate.
L'indolenza regna sovrana.
E, forse, è giusto così.

21.9.11

What is due

Prima mi sono chiesta se avrei dovuto scrivere un messaggio su 09/11.
Poi ho deciso che non lo avrei fatto.
Infine ho pensato ad altro, non ho letto giornali, quotidiani, non ho acceso la televisione e neppure il computer.

Ho lasciato passare i giorni. Qualche accenno qua e là ma in fondo basta non guardare.
Poi ieri sera i bimbi sono andati a letto presto e ci siamo concessi Hannah e le sue sorelle.
Il Woody Allen dei tempi migliori.
La New York della mia vita.
E come sempre.

Mi sembrato di rivedere e risentire tutto.
L'aria gelida sulla pelle, stretta nel mio cappottino spigato.
I rumori assordanti.
Gli interruttori della luce.
Le veneziane alle finestre.
Gli avocado per cena.
Dean & De Luca. Agata e Valentina. Gourmet Garage.
I ristoranti, i locali notturni, il miglior sushi del mondo.
L'uomo della mia vita e gli amici per sempre.
Quella sensazione di vivere in un film e la certezza che tutto fosse possibile.
E lo era.

L'undicisettembre ha spento le luci del mio fantastico show e per tanti altri ha spento molto molto di più. Quello che è stato ed è venuto subito dopo è qualcosa di cui non mi piace parlare.
E' passato tanto tempo e ancora oggi non so cosa dire.
Solo che amo New York, l'ho lasciata con un biglietto aereo comprato senza convinzione, infilando negli scatoloni un pezzo di vita che qui non avrebbe mai trovato posto e ho pianto.
Ma quando vi sono tornata più e più volte dopo, l'ho ritrovata uguale.
E l'ho risentita mia. E mi ci sono ripersa dentro.
E so che sarà sempre così.

It is an ugly city, a dirty city.
Its climate is a scandal.
Its politics are used to frighten children.
Its traffic is madness.
But there is one thing about it..
Once you have lived in New York
and it has become your home,
no other place is good enough.
(John Steinbeck, 1953)

Un pensiero a lei e a tutte le persone che non ci sono più.

20.9.11

L'esploratrice

Oggi ha varcato la soglia di casa e si è diretta sorridente verso un esile inizio di indipendenza: il suo primo giorno di asilo.
Ha guardato attentamente ogni angolino con i suoi grandi occhi color del mare d'inverno. Occhi meravigliosi che commuovono e sembrano racchiudere il mistero della vita.
Si è mossa con la solita eleganza in mezzo a bambini urlanti e le è piaciuto tutto.
Ha borbottato suoni incomprensibili a una mamma incredula, che non riesce a rassegnarsi a quanto in fretta passi il tempo.
'Non ti preoccupare, io questa vita me la vivo' è sembrato dirle con il suo sorriso garbato.
Ha stretto amicizia con Sebastian, che ha avuto occhi solo per lei.
Si è seduta dentro al cesto delle bottiglie sonore e ha tolto tutti i pesci di pezza da una scatola trasparente.
Non ha nemmeno notato Sofia che la guardava indispettita e non approvava, perchè lei non si cura di chi non l'ama.
Ha iniziato ad avere fame e l'ha fatto presente a tutti.
Ha salutato con la manina e si è lasciata fotografare accoccolata tra le braccia di mamma.
Ora dorme, sazia e sfinita in mezzo ai suoi animali di stoffa che non ha mai neanche degnato di uno sguardo perchè troppo silenziosi e inconcludenti.

19.9.11

La donna della mia vita

Siamo scappati via di casa come dei pazzi, al mattino presto presto. Senza calze, non prendendo nemmeno in considerazione l'ombrello, vivaci, anche un po' trafelati. Ci siamo infilati i maglioni camminando, tra un semaforo rosso e l'altro.
L'importante era non fare tardi.
'Ci sta aspettando..dobbiamo correre!'

Lei che se ne va in Cina un mese d'estate, lasciandomi qui senza riferimenti, prigioniera delle mie paure.
Poi torna, come se niente fosse. Risponde nuovamente al telefono. Si dice impegnata ma comunque fissiamo data e ora.
Quando l'ho vista, mi si è scaldato il cuore.
Sorridente, abbronzata, dinamica, a tratti gentile, a volte infinitamente stanca.
Sempre pronta ad ascoltare le mie confidenze, a rispondere alle mie mille domande, ai miei dubbi, alle illazioni.
Lei che non solo mi ha dato il suo numero di cellulare, ma anche quello di casa. Cose che non usano più.
E io, che sono capace di chiamarla alle 9 di un Sabato sera d'estate..mentre la immagino con i suoi figli che si appresta a cenare in giardino.
Lei, che quando la saluto e me ne vado è come se fossi ringiovanita di 10 anni e i tratti mi si distendono e lo sguardo torna sbarazzino e ho voglia di cantare e ballare.
Lei che mi basta sapere che sia nella mia stessa città e penso di poter affrontare tutto, senza difficoltà.

Lei che quando mi ci siedo davanti è come se finalmente tutte le tessere del mondo fossero al loro posto.
Lei che è sinonimo di serenità, sicurezza, soluzione, pace.
'Com'era la Cina?'
'Faticosa ma bella. Interessante. Mi sarebbe piaciuto evitare i circuiti turistici e dedicarmi alle zone antiche, da scoprire'
Lei, che ogni commento lo trovo intelligente.
Avrebbe potuto dirmi..'La Cina? Sono stata un mese chiusa in albergo a guardare la TV satellitare con l'aria condizionata accesa, mangiando pasta, pizza e bevendo Chianti perchè odio le contaminazioni culturali' che l'avrei capita e giustificata lo stesso.
Perchè è lei che lo dice e quel che dice è legge.

Lei, che non mi stanco mai di guardarla perchè la trovo bellissima, elegante, raffinata. Che quando sarò grande vorrei essere così.
'Amore, ma tu non la trovi uno schianto?'
'Bu, è la nostra pediatra. Avrà sessant'anni e no, non è propriamente una figa'.

A certi uomini non tutto è dato capire.

15.9.11

Undici.
Gli anni che sono passati dal nostro primo bacio.
E siamo ancora qui mi amor.

14.9.11

Survivor

Cinque giorni, e dico cinque giorni, cioè voglio dire 5 GIORNI, io, i miei bambini e i miei due genitori..insieme.
Ripeto.
5 giorni.
I miei genitori.
Insieme.
Non sono parole che solitamente convivono in una stessa frase, a casa mia.
Cose dell'altro mondo.
Fantascienza allo stato puro.
Il mio incubo ricorrente tradotto in realtà, per mettere i puntini sulle i.

Sono tornata questa sera. Stanca, sfinita ma sopravvissuta.
Anzi, a dire il vero siamo sopravvissuti tutti.
E questo ha dell'incredibile, fidatevi.

Non sono ancora in grado di esprimere un parere oggettivo.
Devo lasciar decantare.
Devo far passare il tempo.

Poi forse saprò cosa dire.

8.9.11

IL CAPRICCIO

Quello tutto maiuscolo, non solo l'iniziale.
Quello che a me no, non me l'han mai fatto.
Quello che se vedi il bambino di qualcun'altro ti dici 'Oddio, non potrei mai sostenere una situazione così!' e cerchi di non guardare.
Quello che arriva proprio quando meno te l'aspetti.
Quello che comincia con un 'No non te lo compro' ma questo è solo il pretesto.
Quello che sono urla e pianti e salti tutto insieme.
Quello che dura un'infinità e tutto quello che dici non fa altro che peggiorare le cose.
Quello che non riesci ad arrestare.
Quello che non sai se piangere, ridere per il nervoso, dare sculacciate, urlare e poi finisci per sederti su un muretto e dire 'calmati' con un fil di voce.
Quello che ti senti impotente e incapace e inadeguata.
Quello che ti dispiace da morire ma non sai più che fare.

Quello che finisce con 'Ti voglio bene piccolo mio, ti capisco. E' stata una giornata lunga e sei stanco, vieni qui e fatti abbracciare'.
Quello.

Direi che uno ogni 3 anni e 1/2 basta e avanza.

Quasi pronta

Pensavo questa volta non sarebbe successo.
Che ci avessero pensato prolattina e l'ormai radicato istinto materno.
Che con due figli, la moltiplicazione dei doveri, la sovrapposizione degli impegni e la stanchezza cronica le cose cambiassero.
Che tra l'altro fosse questo quello che in realtà ho sempre voluto.
Poi sono arrivati i primi segnali. Ho tentato di ignorarli.
E' il caso, mi sono detta. Ma come direbbe Maestro Oogway il caso non esiste.

Ho fatto finta di non capire, per qualche giorno ancora.
Ho pensato che potesse essere solo un momento di defaillance.
Poi i sintomi si sono moltiplicati..inesorabili, si sono sommati giorno dopo giorno.

Prima, le uscite di corsa dal letto alla mattina.
Poi le lunghe sedute dentro all'armadio per trovare qualcosa da indossare, mentre fino a qualche giorno fa leggings e felpa erano la divisa quotidiana.
Quindi la presa di posizione contro il mio I-phone privo di connessione 'Basta! Rivoglio il mio Blackberry'..mentre continuavo a sottrarre smartphone a chiunque ne fosse provvisto nella cerchia di amici e parenti.
Dunque l'uscita dal nido..le prime chiamate in studio, i primi messaggi ai colleghi, le prime domande su cosa stiamo facendo e per chi stiamo lavorando.
Infine, quando ieri mi sono sorpresa ad ascoltare e riascoltare il discorso di Steve Jobs fatto ai laureandi di Stanford ho capito che non c'era più speranza.

'Quella Laberti che c'è in te e che tenti di tenere chiusa sotto chiave sta cercando di uscire, darling. Smettila di fare la gnorri, capito?' mi sono detta guardandomi allo specchio anche un po' incazzata.
'Stay hungry. Stay foolish' ho poi aggiunto sorridendo.

7.9.11

Le altalene di Pisapie

Prima di partire per le lunghe vacanze io e Tommaso abbiamo deciso di diventare parte attiva nella vita della città..e abbiamo scritto al magico sindaco Pisapie.
'Ah Pisapie, ma l'hai visto o no che in tutto Parco Sempione, in tutto tutto, ci sono 2 altalene soltanto? Sei mai venuto a vedere la fila di mamme e di bimbetti che aspettano pazienti il loro turno?..Cosa che in Italia tra l'altro non riesce mai troppo bene e va a finire che ci si insulta anche un po'..'
'Siamo stanchi di stare in coda Pisapie e non capiamo perchè in un posto con così tanto spazio e affluenza quotidiana non si pensi a migliorare le cose'
Gli abbiamo detto questo più o meno.
Ci è arrivata una risposta lampo: 'Grazie, molto interessante. Tema indubbiamente caldo e di alta priorità tra le mille problematiche di Milano. Vaglieremo la vostra richiesta che è arrivata con altre 100 proprio oggi..come del resto capita tutti i giorni..e vedremo se si può fare qualcosa'

E' stata una piacevole sorpresa trovare 4 altalene nuove al nostro rientro. Rigorosamente arancioni. Arancione Pisapie.

6.9.11

Milano. Giorno 1.

Parco Sempione. Area gioco bimbi.
'Ciao, tu sei la mamma di quel bimbo che va a scuola col mio, vero?'
'Si, si chiama Tommaso'
'Ah, bhè. Domani si inizia'
'Sì, siamo pronti. Penso'
'Anche noi. Quest'anno sarà meglio. Le nuove maestre sono bravissime. Seguiranno un programma di didattica migliore dello scorso anno. Hanno creato l'angolo della matematica, cose così'
'L'angolo della matematica? Non ne sapevo nulla'
'Si, si. Sai il prossimo anno il mio va alle elementari e deve essere pronto'
'Si, forse qualcosina deve già sapere'
'Tu sai dove lo manderai?
'Veramente Tommaso non ha nemmeno quattro anni. Per ora non so'
'Io ho visto la scuola francese ma è difficilissimo entrarci. Sai io sono francofona. Se no ci sono la Leone X, le Marcelline o la st. James'
'Della pubblica non se ne parla immagino'
'Stai scherzando?'
'Dicevo così, per dire...'

All'uscita del Parco.
'Oi ciao cara!'
'Ciao, come state? Rientrati?'
'Si. Bene, bene. Oggi siamo di fretta. Ci vediamo domani dopo la scuola?'
'Sì, penso ci saremo'
'Ti chiamo quando arrivo. Alle 4 devo vedere il nuovo asilo sopra alla Coop. Ne hai sentito parlare?'
'Veramente no. Ma poi io Viola l'ho già iscritta'
'Guarda ti dico domani. Questo ha uno spazio realizzato seguendo la bio-architettura. E' bilingue e fanno arte-terapia'
'Bilingue? In inglese? Ma poi tu alla materna non la manderai alla francese con il fratello?'
'Si ma tanto bilingue cosa vuoi che significhi? Le insegneranno a dire one, two three e horse'
'Ah, capito. Allora a domani'
'E poi mio marito va a vedere il corso di judo per i ragazzi. Domani ti dico anche di quello'
'Sì certo. Il judo..'

Al semaforo. Attraversando la strada.
'Ciao Francesca'
'Oh ciao, scusa ero distratta'
'Ma figurati. Come stai?'
'Noi bene. E tu? Le bimbe?'
'Bene, sono a casa con la tata. E i tuoi? Fammeli vedere. Oh come sono cresciuti!'
'Si, davvero'
'Allora ci sarete di nuovo al corso di musica?'
'Mmmh non credo. Tommaso si annoiava a morte le ultime volte'
'Ah ma io ci porto la piccola. La grande adesso la spingo verso uno strumento. Sai il metodo Yamaha?'
'Yamaha..forse avevo letto qualcosa. Ora non ricordo'
'Uh se hai bisogno chiedimi, ti spiego tutto'
'Grazie, ci sentiamo'
'Certo. Ricordati Yamaha.
'Si, Yamaha'

La sera. A letto.
'Bu?'
'Si'
'Ma tu quando dici di andarcene da Milano, sei serio o è così solo per dire?'

5.9.11

AIUTO

Quando siamo tornati due giorni fa mi sono stupita di ritrovare la nostra casa così in ordine, considerando che Sryiani il mio angelo custode è partita per Sri Lanka nel lontano luglio scorso...
E' bastata un'ora, dico una, per stravolgere sia le mie considerazioni che qualsiasi angolo dell'appartamento - e per qualsiasi angolo intendo qualsiasi, senza esclusione di colpi..dal bagno dei bambini, al salone, alla lavanderia, a sotto il tavolo, dietro al divano o semplicemente davanti alla porta dell'ingresso, ecco.

Lavatrice e asciugatrice girano in continuazione e chiedono pietà. Ma questo è solo l'inizio.

Il telefono squilla ininterrottamente e il cellulare emette suoni costanti per comunicare l'arrivo di messaggi. Basta, grazie. Siamo tornati, voglio bene a tutti ma fatemi riprendere le fila di una vita allo sbando. Prima.

Viola reduce da una ipotetica sesta malattia non si stacca dalla mia gamba destra e sono costretta a camminare per la casa con una sorta di palla al piede umana. Che inoltre piange e si dispera.

Tommaso ha deciso che deve riprendere dimistichezza con tutti i giochi che non ha visto per diverso tempo e li ha distribuiti ovunque e per ovunque ritornare al punto 1. Vale anche qui il discorso di ogni angolo della casa.

I bambini inoltre hanno fame. Tanta. Sempre. Pretendono colazioni, pranzi merende, cene..tutti molto assortiti. Il frigo, le scorte e io soprattutto cerchiamo di stare al passo..con risultati patetici, devo ammettere.

Il mio fidanzato e marito ideale è andato a correre, si è lavato, cambiato, ha telefonato con amici suoi..altri fotografi rampanti, e si è dato appuntamento per pranzo non ho capito bene dove ma di sicuro in un posto più ordinato, pulito e che offre un menù di tutto rispetto..paragonato a qui. Ecco.
'Io vado. Ci vediamo più tardi (è stato molto attento a non specificare un orario, il monnezza!). Mi raccomando aspettami a pulire (ASPETTAMI A PULIRE???? Forse erano le prove per un film di fantascienza)' e si è avviato verso la porta bello bello
'Ciao mi amor. Non so cosa trovi quando torni comunque, io te lo dico'
'In che senso?'
'Oggi potrebbe anche uscire la Franzoni che c'è in me..'
'Dici sul serio?' ci ha creduto, temo.
'Nooo, scherzo. Però ecco. Non so cosa trovi. Quello è vero'
Un sospiro di sollievo ed è uscito. Ecco.

Stasera mi è giunta voce che mio fratello, lo zio Mah-Si, venga a cena per rivedere i nipotini. Devo dirgli al più presto che chi viene a mangiare qui questa settimana mette la cena e noi portiamo il gelato. Non si transige. Pena: uscita automatica e perentoria dalla cerchia di amici o parenti. Non si guarda in faccia a nessuno. Questo è quanto.

Domani almeno uno dei due marmocchi torna a scuola. Tutti si lamentano dei costi di asili nido e scuole materne private. Io penso che sarei disposta a pagare anche molto molto di più. Se vogliono gli do qualche migliaia di Euro la settimana e gli regalo la mia carta di credito se mi liberano. Anche solo per un po'.

Ora vado. Devo solo cambiare tutte le lenzuola e rifare i letti. Sfamare gli infanti. Lavare i capelli. Passare l'aspirapolvere. Lavare i pavimenti. Pulire i bagni. Finire di disfare le valigie. Pulire in cucina. Andare in Farmacia. Preparare le cose per la scuola. Mangiare, forse. Stirare no. Mi rifiuto. Portare i bimbi al parco per il pomeriggio e forse lì mi vedrete, svenuta su una panchina.

L'estate è stata bellissima. Però.