14.4.07

Ho finito il libro triste e ho iniziato un libro ganzo. Bella storia.

12.4.07

Ti amo

10.4.07

Happy Venice

Il viaggio fa miracoli. La curiosita’ per il nuovo, il desiderio di scoperta, l’esperienza di abitudini diverse rimette tutto a posto.
Quando ci si perde basta questo. E’ sufficiente salire su un treno, o comprare un biglietto aereo, a volte anche solo fare un pieno di benzina. Purche’ i confini si spostino piu’ in la’.

Abbiamo rinunciato all’agnello e al cioccolato. Ma ce ne siamo andati a Venezia, con un giorno di anticipo sulla massa di italiani che si spostava.
Siamo arrivati alle 11 del mattino di una bella giornata di sole. Ci siamo lasciati alle spalle le serate buie e la macumba e abbiamo ricominciato a ridere.

Venezia e’ una di quelle citta’ in cui credo di avere abitato in una vita precedente. Un po’ come New York.
Mi ci ritrovo ogni volta. Nonostante il turismo a frotte, i piccioni scagazzoni e i prezzi esorbitanti.
Credo di essere stata una fioraia, laggiu’. Tanto tempo fa. O un’amica di Marco Polo. O un’amante di Casanova. Insomma qualcosa ci ho fatto. Perche’ la riconosco.
Ne sento fortemente il richiamo. Me ne vado per i campielli nascosti, riscopro l’odore di umido, mi appoggio a muri scrostati e non vedo l’ora di ritrovarmi la sera tra vie buie e silenziose che aspettano strette dietro a ogni angolo.

Sono di nuovo qui oggi. Seduta a questa scrivania, cercando di non pensare alla meravigliosa aria fresca che c’e’ fuori. Per tanti altri. Ma non per me. Uso cosi’ la mia pausa caffe’. Per scrivere due righe.

Nell’agenda ho la stampata di due e-tickets per il Venezuela. Partiamo per il mare. Spostiamo i nostri confini. Perche’ fa bene al nostro umore e al nostro amore.

E intanto consiglio il consigliabile, che cosi’ mi va.

Hotel per chi ha soldi da spendere, o per chi non li ha ma li vuol spendere lo stesso…magari quelli degli altri, come sta facendo Lapo con i miei.
Hotel per chi sa scendere a patti con i propri limiti e li accetta e ci convive e si accontenta e alla fine e’ felice e non va in prigione.
Cena buon budget. Perfetta.
Cena di lusso. Una volta ogni tanto.
Gli itinerari segreti di Palazzo Ducale. Veramente interessante. Da fare!

Ci sarebbe tanto altro. Ma e' tutto detto e stradetto. Il Florian, l'Harry's Bar, il Peggy Guggheneim Museum, le Zattere per l'aperitivo al tramonto. Se ho scordato qualcosa non manchero' di farne menzione in un prossimo post.

4.4.07

Da questa mattina sono una milanese d.o.c.
O almeno aspirante tale. Ho riempito tutti i moduli forniti da una delle tante circoscrizioni dell’anagrafe. Ho fatto richiesta ufficiale.
Di lasciare il mio paesiello, tra le terrazze di viti e ciliegi sulla Serra morenica, per entrare ufficialmente a far parte della massa anestetizzata di milanesi firmati Louis Vuitton.

Credo che questa mattina avro’ bisogno di un po’ di solidarieta’ da parte di chi mi sta intorno. Perche’ non sono felice.

Mi sembra di essere stata felice tanto tempo fa. L’ultima volta.
E’ un momento buio. Di serate scure, risvegli col mal di testa. Parole dette e non pensate, parole pensate e non dette.
E’ tornato a galla tanto passato. Tutto insieme. Sto leggendo un libro che non aiuta (o forse rincara solo la dose). Tento di scappare in qualche modo.
Ma i pensieri non danno tregua. Riempirsi la vita di cose da fare serve a poco. In fondo.

Sto imparando una grande lezione e non sono abbastanza brava a parlare o a scrivere per poterla condividere.
O forse temo che non sia facile da capire. Ma la sento. Nella tensione della mia mandibola, quando mi sveglio al mattino.
Nelle lacrime che mi rigano le guance, senza preavviso. Nel nervoso che sembra infinito ma poi lascia il posto a una calma piatta, figlia di un universo che non e’ mai stato il mio.
Mi faccio domande a cui credevo di aver trovato risposte da tempo e rimetto in discussione architetture che mi sembravano posare su fondamenta infallibili.

C’e’ qualcosa che non mi torna.
C’e’ un disegno piu’ grande della mia quotidianita’ di cui mi sfuggono completamente i contorni.
Cerco di mettere a fuoco ma mi perdo costantemente. E’ come se mi ritrovassi ogni mattina in una vita diversa. Con un umore diverso. Con un tempo diverso. Anche se sempre nello stesso posto.

Partiro’ presto. Portero’ con me solo libri. L’uomo della mia vita e una macchina fotografica per immortalare il momento.
Le fotografie fanno compagnia quando non resta altro. Le terro’ in una scatola di cartone insieme a sogni che non realizzero’ piu’.

Ieri sera mi ha telefonato Cecilia. Mi ha fatto piacere sentirla.

Avrei tanta voglia di fare un bambino.