25.9.06

Ore 4:07

Piove. Miracolo d’autunno..
Piove e io sono contenta. Mi viene voglia di the caldo e televisione.
Di qualche film autentico.

Sto affrontando i nemici, uno dopo l’altro.
E a ben guardare, la mia nemica numero 1 sono io.

Un giorno, quando ancora vivevo a New York ho incontrato una certa signora Maria, che ospitava una mia amica di Firenze..
Una vecchina in forma, mezza matta. E per questo ancora piu’ interessante.
Le ho detto cosa adoravo della sua citta’.
L’energia coinvolgente. Le mille storie di ognuno. La sensazione che tutti stessero cercando qualcosa e che li’ fosse possibile trovarlo.
L’ho travolta con le parole, tentando di farle capire con il mio inglese malfermo, cosa quella grande citta’, apparentemente libera, avesse il potere di smuovermi dentro.

“Sarebbe perfetto trovare un lavoro stabile e stare qui tutta la vita”
“Non capisci che la stabilita’ e’ proprio quello da cui stai scappando?” mi ha risposto.
L’ho guardata a lungo, e ancora oggi sto cercando una risposta per controbattere.

18.9.06

L'amico ritrovato

Questa mattina mi sono svegliata con una strana sensazione. Come se qualcuno avesse fatto capolino. E l’ha fatto, cazzo!

Quel qualcuno: Hei, com’è? E’ un po’ che non ci si vede!
Io: Mmmh..non facciamo scherzi ragazzo!
Qq (ridacchiando): Ah, è così che accogli i vecchi amici?..Ho pensato che fosse tempo di farti un salutino....
Io: Vabbe’ vado a farmi il caffe’, scusa ma devo uscire..non ho proprio tempo!
Qq: Caffe’? Ottimo..bene, benissimo. Dicevo..quand’e’ l’ultima volta che ci siamo visti?
Io (scazzatissima): Stavo partendo per la Malesia....ma almeno lí c’era un motivo...cioè era chiaro che stessi per arrivare, tu e tutto quello che ti sta appresso..ma adesso proprio! Che vuoi adesso?

(e intanto scendo dal letto, via la maglietta, inzio a vestirmi veloce, vado giú in cucina..e lui sempre dietro, invadente e odioso. Ci provi ma non puoi fare a meno di sentire la sua presenza, merda! Faccio finta di niente, finisco di vestirmi, passo un attimo in bagno senza accendere la luce, bevo il caffè. Scambio due parole con Bu. Che non si accorge di niente. E’ tutto preso dalla sua barba lui).

Io (torno a rivolgermi alla bestia): Che programmi hai? Quanto tempo hai intenzione di restare? Solo per farmi un’idea insomma..
Qq: Mah, non so! Non ci ho ancora pensato..adesso vediamo...
Io (ormai rassegnata): Vabbe’ fa come vuoi..tanto fai sempre come vuoi! Decidi tutto tu, quando arrivare e quando andare via..che ti devo dire? Anche se davvero questa volta non ti ho capito...non ho scazzato nulla..
Nessuna risposta.

Lavo i denti. Do un bacio a Bu, esco di casa. Cammino. Alzo le spalle e sospiro. ‘Se almeno dobbiamo passare del tempo insieme, facciamolo con stile!’ Mi dico.
Rovisto nella mia borsa gigante, trovo il lucidalabbra. Mi imbratto per benino. Mi do un’occhiata di straforo in una vetrina e lo guardo in controluce. Fa sempre il timido all’inizio, ma poi da il via alle danze e chi lo ferma piú?
Mi scappa un sorriso. E il mio amico Herpes lo coglie.

Forse e’ per questo che alla fine torna sempre.

17.9.06

Domenica sera milanese

Poca roba. Tutto bene. Tisana all'ananas e miele. Ottimismo. Milan-Parma in sottofondo. Domani arriva Thierry a farci visita per un paio di giorni. Mattia a cena. Ricomincia Lost. Il corso di cucina. Di nuovo a Pilates. Shimizu ha finalmente aperto il suo ristorante giapponese. L'attesa del Marocco. Desiderio di positività. Tutte piccole cose, ma importanti.

14.9.06

Ci sto provando

Non guardo le mail di lavoro, una volta tornata a casa.
Cerco di distrarmi facilmente; con un film, una ricetta, un libro.
Non mi faccio travolgere.
Mantengo a distanza tutto e tutti.

La mia Daruma è qui che mi guarda e mi ricorda che abbiamo un patto.

La via è lunga, certo. Ma si percorre a piccoli passi.

Un giorno il mio amico Jap mi ha insegnato che bisogna avere pazienza.

12.9.06

Le conseguenze

Al Liceo la prof.ssa Streito (che pretendeva di insegnare italiano e in realta’ mi ha fatto perdere un sacco di tempo parlando ore e ore del NULLA) mi chiamava la principessa degli schemi..
Puntualmente ad ogni tema in classe, non solo mi facevo prestare i fogli protocollo da uno qualunque dei miei compagni secchioni disadattati, ma pure mi concentravo sul titolo a tal punto da tirare fuori uno schema di sviluppo (che oggi potrei chiamare overall outline, big picture, plot approach...ma morire se mi viene in mente una definizione in italiano diversa da ‘schema’! Questo a conferma che come prof. la Streito non era certo un talento!) della cosiddetta Madonna!

Questo mi ha sempre permesso di, due punti
a) arrivare alla fine delle 2 ore con un tema sviluppato a grandi linee e mai scritto veramente
b) prendere 7 grazie alle mie ‘incredibili capacitá logiche’..’come organizzi la materia e come fai i collegamenti tu, Berti, non li fa nessuno!’..(lí avevo gia’ la stoffa della producer..e ancor di piu’ della paraculo - ma di questo devo dire che a un certo punto se ne sono accorti!)

Dal momento che grazie alla mia ormai venerabile etá, sono giunta alla conclusione che ogni gesto comporta precise conseguenze, la conseguenza di essere stata la ‘principessa degli schemi’ al Liceo Classico C. Botta è che ora mi ritrovo ad essere la ‘Regina degli elenchi’ della mia vita!

Dopo la prima settimana di lavoro, intenso puntualizzo, al ritorno dalla minuscola isola di Marettimo, di ben 150 anime compresi cani e gatti..dove ho conosciuto Pippo, Rosario, Maria 1, Maria 2, Nino e una serie di altri simpatici omini e donnine che vivono di pesca, mare, sale e sole..mi chiedo, tramite il seguente elenco:

1) Ma dove sta scritto che io debba rinunciare alla mia vita per realizzarmi professionalmente?
2) Cosa significa, in soldoni, realizzarsi professionalmente?
3) Siamo sicuri che vendere servizi, business, fuffa, ricerche, branding, co-branding sia davvero cosi’ utile e indispensabile alla societá per vivere e stare meglio?
A cui segue il sotto-elenco..le priorita’ non dovrebbero essere:
- serenitá?
- generositá/comunione/aiuto reciproco?
- amore/famiglia/figli?
- natura/viaggi/lettura/sport/cucina/vino/passioni/mondo/spazio infinito/tutto!?
- lavoro, possibilmente stimolante, utile in qualche modo alla collettivitá, appassionante?

Ma soprattutto, e’ davvero da paraculi trovarsi un impiego da 8-10-12 ore al giorno/250 giorni all’anno (seduti su una sedia di fronte ad un pc o in una sala riunioni - si ok si viaggia una volta o due al mese, ma non prendiamoci per il culo..io viaggio di brutto per passione, e da anni, e i viaggi di lavoro non sono viaggi intendiamoci! Sono solo un grande sbattimento che non ti permette di vedere un cazzo e di non assaporare una beata fava delle culture diverse e bla bla bla) per avere 30 - dico 30 - giorni completamente per se'?
Riformulo, perche’ con la parentesi non rende: vale davvero la pena di passare la vita a lavorare per un’azienda, perdendo tutto quello che di piu’ interessante il mondo ha da offrire per avere la grande liberta’ di dedicare solo e solamente e soltanto 30 giorni l’anno a cio’ che fa stare veramente bene (nel mio caso non si legga vacanza, ma: viaggi/mondo/gente/sport/amore,famiglia,amici/cibo/vino/sonno/Malea e Olivia)?

Inizio a pensare che potrei entrare nel Board of Director delle vittime del sistema. Fankulo!

(definizioni in italico, per sottolineare l’evidenza: no princess in, today)

5.9.06

Finalmente

Per i miei tent’anni mi sono regalata (piu’ o meno) un viaggio in Giappone.
Subito dopo Natale, a cavallo tra il 2004 e il 2005. Delizioso (sorriso).
Cibo superbo, templi mistici, citta’ interessanti, un freddo cane. Una bellissima esperienza nel complesso.

Naturalmente grazie anche a little Motoki e a super-Reiko, che da veri amici ci hanno aiutati a capire meglio il tutto.

Durante il viaggio ho comprato un buon numero di Daruma.
Sono bambole di cartapesta, dipinte di rosso, nero e oro che vengono vendute un po’ ovunque ma soprattutto all’entrata dei templi.
Grazie alla caratteristica forma sferica restano sempre in piedi e tendono a non cadere anche se spinte.
Per questo sono simbolo di ottimismo, buona fortuna e di forte determinazione.
Vengono vendute senza occhi. Chi le acquista puo’ esprimere un desiderio (uno importante pero’) e disegnare un occhio.
La Daruma aiutera’ indubbiamente (almeno dal punto di vista psicologico, se non di piu’) a raggiungere l'obiettivo.
Una volta realizzato il desiderio, si disegna il secondo occhio.
E la Daruma sta a posto!
Insomma e’ una cosa complessa. Mica chiacchiere e distintivo.

Tornata a casa, ho distribuito Daruma a destra e a manca..
A mio fratello, a mia mamma.
Ad Annita quando il suo matrimonio e’ andato a monte..(in quanto immaginavo avesse davvero bisogno di non cadere giu’ e cosi’ e’ stato!).
Anche Bu ha subito disegnato il primo occhio alla sua Daruma e da almeno un anno ha gia’ aggiunto il secondo.

Solo la mia Daruma, ultima..e’ rimasta senza occhi per tutto questo tempo.
Completamente cieca se ne e’ stata sulla scrivania in attesa.
Sperando pazientemente (ma con una strana espressione accusatoria) che mi decidessi a disegnarle il primo occhio.
Ma io niente! Pensa e ripensa, l’ho guardata diffidente, continuando a chiedermi quando sarei stata davvero pronta.
Per esprimere un desiderio importante, intendo. Che richiede non solo buona fortuna ma anche grande determinazione. Anima e corpo.

Sono passati ormai quasi due anni di convivenza forzata e silenziosa, in cui ci siamo sopportate a vicenda.
Io pervasa da un senso di colpa latente e lei dalla disapprovazione.

Domenica sera io e Bu siamo rientrati dopo due settimane...
Sicilia. Palermo. Isole Egadi. Marettimo.
Sole, mare, cous-cous, 4 libri.
Perfetto equilibrio tra scoperta e relax.

Entrata in casa ho levato le scarpe, buttato le valigie per terra.
Ho preso un pennarello e ho finalmente disegnato il primo occhio alla mia Daruma.
Grande e nero. Che adesso ogni giorno mi guarda.
E mi ricorda che ci vogliono costanza, passione e grande sacrificio per realizzare i sogni.
Ma soprattutto ci vogliono i sogni. Piu’ o meno pindarici...ma quelli, sempre.