31.3.09

In altre parole

La mia nuova vocazione ortofrutticola ha incontrato il primo ostacolo. Il tempo. La natura ha subito voluto mandarmi un messaggio. Chiaro. Cristallino direi. Se piove a dirotto, non si puo’ lavorare. Non si puo’ girare la terra, non si possono piantare semi, ne’ preparare bordure. Ho accettato la lezione e ho rimandato il mio programma. I miei assistenti l’hanno presa bene.

Per fortuna avevo un piano B. Una vera Program Manager deve sempre avere un piano B. Ormai questo l’ho imparato a menadito.
E mi sono abbandonata ad altri piaceri…al pesce alla griglia e al sale con crescione fresco raccolto nel torrente, ai giochi in salone e alla visita alle mucche e agli agnellini appena nati che ha fatto esplodere il mio bimbo in intensi gridolini di gioia, al bagno nella vasca con schiuma, paperelle gialle, ippopotami blu e spazzole arancioni e infine a Vinicio Capossela che ha non solo mantenuto le aspettative. E’ andato ben oltre, lasciandoci un retrogusto del sabato sera che sa di bacche, germogli, frutta secca, risate e buon bere. Un tutt’uno. Un gran sonno anche.

Poi ieri ho infine deciso di prendere dalla libreria un nuovo libro. Acquistato gia’ qualche mese fa. Per curiosita’ prevalentemente. Ma di cui ho rimandato la lettura per paura di soffrire. E in effetti, mentre leggevo le prime 80 pagine da sola nel lettone (giacche’ il mio fidanzato e’ via per lavoro)…lo facevo tutto d’un fiato. Veloce. Senza curarmi della scrittura. Delle parole che sono state scelte. Era solo una corsa lontano dalle emozioni e questo mi ha fatto pensare a tanto tempo fa. A quando ero a scuola e soffrivo di empatia.

Alle medie c’era il gruppo di ragazzette sveglie. Lara, Lorenza e Valentina. Eravamo molto amiche. Io facevo parte del clan…si era le piu’ carine, le piu’ ganze..anche se si stava pure noi infilate dentro al grembiule nero con colletto bianco imposto dalle suore e si peccava di scarsa originalita’.

(E qui apro una parentesi sui ragionamenti dei miei genitori, perche’ ancora non me ne capacito e condividere, si sa, e’ terapeutico..sono due che nella vita ne hanno combinate da vendere e da pendere. Sposati, separati, divorziati, risposati, fedifraghi, immorali e A ME mi mandavano dalle suore in una scuola femminile…vestita come un pinguino a pregare prima di inziare le lezioni, ad alzarmi in piedi quando entravano le maestre, a ringraziare per il pane quotidiano ad ogni santo pasto, a confessarmi una volta al mese, a cantare canzoni il cui titolo per fortuna ho col tempo dimenticato…non so cosa sperassero di ottenere. Per ora si ritrovano con una figlia non credente – nella Chiesa almeno, questo e’ sicuro! – convivente con un ateo vero e proprio che il battesimo neanche sa cosa sia e la Bibbia non l’ha mai letta - questo e’ un peccato perche’ la Bibbia e’ un bel libro, se letto senza condizionamenti di sorta - e con un nipote che ‘da grande decidera’’..e per ora si vive tutti quanti nel peccato, in piena sintonia! - Alla grande! - )

Indi dicevo…le mie amiche erano ganze. E diabolicamente cattive. Facevano dispetti. Prendevano in giro le sfigate, le brutte, le puzzone. E gli dicevano tutto in faccia, le umiliavano, le ridicolizzavano con quella ferocia delle parole tipica dei bambini. Senza pensare alle conseguenze, senza davvero mai chiedersi come ci si sente ad essere brutti, o grassi o sfigacchiati con i vestiti lisi e i gusti del cacchio. O senza mai davvero capire che non si nasce tutti da genitori avanti, o famiglie abbienti…non si hanno tutti gli stessi strumenti.
Io non ce la facevo. Mi veniva male al cuore. Ma al cuore dentro. Non potevo non immedesimarmi e soffrire per quelle altre che ci guardavano con occhio mesto. Che gia’ dovevano convivere con una realta’ poco accattivante e in piu’ si sorbivano una presa per il culo quotidiana. (Avevo quelli che mio padre avrebbe chiamato ‘attacchi di buonismo’ che se vuoi fare l’imprenditore al posto del cuore devi averci il pelo….e io rispondo ‘questo lo dici tu! E se anche e’ vero visto che sei tu che lo dici non ci credero’ mai e ti dimostrero’ il contrario..prima o poi’)

Io cercavo di coglierne le qualita’, di quelle la’. Poi me le immaginavo un po’ rimpicchiettate. Vestite bene. Pettinate giuste. Col modo di fare sfrontato invece che dimesso. Ne studiavo il potenziale e le salvavo tutte. Dal baratro della classificazione senza pieta’. Del ‘ma come cazzo ti vesti Gattuso? sembri mia nonna! E tu Ferraro con ste gambe secche, cammini come un dromedario! Tappero Merlo c’hai un porro sul naso che fa veramente schifo..sembra un pezzo di non ti dico cosa (e giu’ a ridere)’

Sono passati anni. Ma se leggo libri che a tutto questo riportano, ricomincio a soffrire come un cane e cerco disperata una via d’uscita. O se anche incontro altre Valentine, Lare e Lorenze sulla mia strada..che mi e’ capitato a dire il vero. Persone dalla scarsa sensibilita’ cosi’ intente a piacersi e auto compiacersi da non vedersi veramente per quel che sono. Ora dico tutto apertamente…esorcizzo ed urlo a squarciagola
’Tu, brutta peppia, non sapresti neanche impostare un discorso come quell’altra, non hai nemmeno 1/10 di cultura di quell’una, sei ignorante come una capra..guardati dentro e prendi atto della realta’ che alla fine hai bisogno di mille conferme per vivere e lo sai bene che sei sola come un cane. Stronza!’

Vediamo. A questo punto le prossime 80 pagine potrebbero essere piu’ facili da leggere.

26.3.09

Piccola (cuoca) nota

Rientrare non e' mai ritornare della piccola cuoca..e' bello da far male. Fa male.
Per questo voglio fare altri figli. Voglio fare l'orto e la mamma. Voglio che sorridano. Voglio sorridere anche io. Sorridete anche voi.

Giochiamocela almeno.

Svolte botaniche

Oggi potrebbe essere una data importante. Un punto di non ritorno. Stanno succedendo cose.

Innanzi tutto le giornate si sono allungate, per la 34esima volta nella mia vita...la mia 34esima Primavera (che se uno ci pensa, crede di averne vissute una infinita'...ma in realta' sono davvero poche..specialmente se si sottraggono i primi 5 o 6 anni...di cui si ricorda quasi niente..vabbe')..
C'e' il sole, inizia a fare caldo e io ho voglia di fare.

Questo fine settimana pertanto faro' l'orto.
L'ho deciso mentre tornavo dalla pausa pranzo....mi sembra una svolta notevole.

Ho gia' arruolato due assistenti...uno dei quali e' un grande esperto in fanghiglia, sabbia, sassi e paciocchi. Conto molto sulla sua competenza per raccogliere verdure di ogni tipo. Lui, che si aggira per la casa di campagna con ciotoline colme d'acqua e annaffiatoi...e' uno che ne sa. Non ci sono dubbi.
L'altro..bhe' l'altro e' un po' piu' inutile. E' meno concettuale. Verra' usato come mera forza lavoro. E qui conto non solo di raccogliere verdure ma arrivare anche ad avere finalmente un fidanzato con addominale scolpito. Un'utopia...lo so.
Ma la speranza...non c'e' bisogno che lo scriva.

Sono ottimista. Sento che il piano funzionera'. E non dimentichiamo inoltre l'effetto terapeutico di queste attivita'...che dicono siano estremamente rilassanti.

Vedremo. Nel caso, pomodori per tutti.

12.3.09

Think big.

Ci sono novita'. Innanzi tutto ho linkato il blog di Piccola Cuoca. Signori, per me e' poesia (e Marghe, Sere, Moto vi ho cancellati perche' siete uno scandalo!).


Poi...
qualcosa sta cambiando. Lo scrivo sottovoce. Ma e' vero.
Sento aria nuova entrare dalla finestra, qualche accenno di risata arriva da Oriente, la macchina sta forse tornando a funzionare, ho scelto la nuova ragazza che ci aiuta, sono 3 giorni e1/2 che nessuno prende antibiotici a casa mia, la Ciocca mi ha appena scritto una e-mail e ora vado a leggerla...

...SPERUMA.

11.3.09

Coraggio

Libera mente in corpo libero, con libero naso che annusa aria libera e libero occhio che scorre libero e guarda prati che sembrano liberi. L’asfalto mi sembra verde oggi, guardo le macchine e vedo puledri, i palazzi mi sembrano alberi.
Non ho le allucinazioni. E’ solo uno stato d’animo. Mi sto liberando da un modello mentale. Sto iniziando a dire le cose che voglio veramente dire. Cerco lo scontro, non il confronto…come ho sentito per radio questa mattina.

Lo dico a tutti voi, noiosi, vecchi dentro, paurosi, routinari! Non mi stressate. Smettetela di tediarmi con i vostri scenari tetri. Allontanatevi dalla mia vista. Fatemi vivere la mia vita con profonda consapevolezza e lasciatemi correre (anche i miei rischi).

Tu, poi, nonna che te ne sei volata in cielo..
Grazie. Sei stata un dono speciale. Ruvida, a tratti scomoda, ma nonna fino in fondo.
LA NONNA. L’unica per davvero.
Ti bacio dolcemente.

3.3.09

Emozione cosmica

Oggi ho una irrefrenabile voglia di vivere. Sto uscendo definitivamente dall’inverno. Mi stanno crescendo le gemme sul corpo e sono pronta a sbocciare, a fiorire, a spandere profumo nell’aria circostante.

Mi scappa da viaggiare. Vorrei essere a Zanzibar su una spiaggia bianchissima a guardare il mare, vorrei prendere un aereo per la Cina e andare a vedere cosa combina il mio fratellino in piena crisi da crescita improvvisa, vorrei fare un giro a Berlino e Amburgo a comprare un po’ di quadri di arte contemporanea per la mia nuova bellissima casa, vorrei trascorrere qualche giorno in Provenza per girolare tra i mercatini e tra le mimose in fiore, vorrei fare un salto a casa…nella mia cara, vecchia e sozza New York, vorrei tornare in Marocco o andare a Damasco per contrattare un po’ e bermi un buon the alla menta….

Vorrei uscire dal guscio in cui sono finita e risorgere. Il freddo, l’influenza prolungata, le malattie del mio piccolo omino, il cielo plumbeo e alcune paranoie venute dall’Est hanno reso noioso e pesante questo inverno.

Primavera, amore mio, so che stai arrivando.
Sento le farfalle in pancia, ho improvvisamente voglia di vino bianco e stuzzichini.
Qualche giorno fa ho fatto incetta di Pringles. Erano anni che non ne entrava un barattolo in casa. Mi tornano alla mente appartamenti condivisi, cene in comune, serate stravaccati sul divano a dire cose che non saprei dire nemmeno piu’. E’ passato tantissimo tempo. Qualche segno si vede, sparso qua e la’.

In cucina c’e’ una vecchia zuppiera sbeccata colma di frutta bio, in frigo gli omogeneizzati alla pera, c’e’ ordine tra una stanza e l’altra e il telefono squilla poco oramai. Ora arriva il tepore e voglio fiori tutto intorno. Fiori e risate. Risate e fiori.

E un bel libro, da leggere la sera sul balcone quando tutti dormono e nell’aria restano solo i pensieri della giornata che fu.