30.7.09

Tommaso

Tommaso ha i capelli biondi, leggeri e spettinati. Ha gli occhi verdi e marroni, un colore naturale che cambia col cambiare del tempo. Un colore bellissimo.
Ha una bocca minuscola rosa pesca e 12 dentini bianchi, bianchi, piccoli, piccoli. Ha le gote rosee e il nasino rotondo.
Ha manine grasse tra le cui piegoline si puo’ trovare di tutto, un po’ di miele, qualche residuo di terra, una briciolina..di sicuro un po’ di sporchetto (sporco no, Tommaso non e’ mai sporco, Tommaso e’ sporchetto..).
Corre veloce sulle sue gambette corte e mentre corre ride. E’ contento perche’ lui sa sempre dove va. Una volta a vedere la tartaruga, un’altra a rincorrere il gatto, oppure a mangiare qualche ribes nell’orto o a dare un calcio alla palla, o ancora vuole scappare da mamma o papa’.
La sua risata e’ la piu’ bella che abbia mai sentito. E’ cosi’ semplice e vera da sembrare musica. E’ un tintinnio, una cascatella, un gorgoglio…arriva inaspettatamente…bastano uno scherzetto, un finto morsino sul braccio, un “Ucci Ucci”, un “Tommaso vieni qui” a volte.
Basta davvero poco..e a lui esce cosi’, un rumore dolcissimo…che ogni volta stupisce per la spontaneita’.

Tommaso ha un profumo speciale. Odore di corse, di pappe e latte, di merende, di nanna, odore di selvatico, un insieme meraviglioso. Odore di piccolo, odore di buono. Tommaso e’ salato..ricorda il gusto delle lacrime e dell’acqua del mare. Tommaso e’ appiccicoso..un appiccicoso bello, che vorresti rimanerci appiccicato sempre.

Tommaso porta con se’ tutto un mondo, in cui le piccole cose diventano grandissime e quelle scontate si trasformano improvvisamente in meravigliose sorprese. Un libro ricco di immagini diviene fonte di splendidi racconti, di urla allegre e di piccole parole..il “topo” diventa il “poto”, la mucca, il cavallo, la pecora e le api sono coinvolgenti versi onomatopeici, gli aerei nel cielo sono eventi da non perdere..si corre fuori in giardino a seguirne le traiettorie e si indicano a tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di vederli da se’. Il panettiere e’ un grande amico che allunga una fettina di morbida focaccia ogni mattina, la scultura in ferro a forma di gallina, nel mezzo del paese, e’ un irrinunciabile appuntamento quotidiano, bisogna sempre andare a vedere come sta! Gli aquiloni sono il pretesto per una corsa veloce in braccio a mamma o a papa’ e l’acqua e’ un qualcosa di magico: la si puo’ bere o anche solo versare sulla tovaglia o sui propri piedi, puo’ essere molto fredda o molto calda e non lo si sa fino a quando non la si tocca, esce dai posti piu’ incredibili e finisce in un buco nel lavandino, scompare veloce cosi’ come e’ arrivata, e anche a volerla seguire con gli occhi non si capisce mai bene dove va. Le scarpe colorate dei grandi, poi, sono un gioco divertentissimo..bisogna riuscire a indossarle e a camminare senza cadere e sono ottimi contenitori per le cose piu’ impensate..ci si possono tenere dentro il burro di cacao, le chiavi della macchina prese dalla borsa di mamma, il cucchiaino della colazione e qualche pallina di dido’. Le sedie invece sono alti traguardi su cui riuscire ad arrampicarsi per vedere il mondo dall’alto e capire bene cosa fanno i grandi, piu’ in su..sul tavolo e al lavello. Le scale sono meravigliose sfide..ci vogliono determinazione e coraggio per salirle senza farsi male..a volte poi, capita di non saper piu’ scendere e in questi casi e’ meglio sedersi e aspettare..prima o poi qualcuno arrivera’. Il pane e’ un cibo buonissimo, e il piu’ buono di tutti e’ quello caduto dalle casette blu che la nonna ha sparso tra gli alberi del giardino e anche i biscotti sono un ottimo spuntino, da dividere accovacciati con Malea..un morsino a ciascuno.

Tommaso e’ tutto questo e molto di piu’. Tommaso e’ desiderio di incontrarsi, voglia di vedersi, bisogno di abbracciarsi, e’ baci all’infinito, mano nella mano, carezze sui capelli, sorrisi alla mattina. Tommaso e’ ti voglio bene e ti amo, Tommaso e’ mi sei mancato e sei bellissimo. Tommaso e’ correre sul prato, giocare nell’acqua, sdraiarsi per terra, dormire sul divano e mangiare senza forchetta. Tommaso e’ ridere di gusto, e’ nascondersi tra i fiori, e’ prendersi la faccia tra le mani, e’ esclamazione, e’ sorpresa, e’ complimento. Tommaso e’ dormire vicini vicini, e’ svegliarsi di notte con una parola gentile. Tommaso e’ pazienza infinita, e’ compromesso, e’ condivisione.

Tommaso e’ una famiglia piccola e giovane in cui c’e’ tanto amore. Tommaso e’ tutto il meglio di noi.

20.7.09

Dove sei?

Dove sei finita? Cosa e' successo? Che fine ha fatto il tuo sorriso? Cosa e' rimasto in fondo ai tuoi occhi? (sembra quasi Battisti..e' uguale, non lo so, non ricordo, non ho voglia di pensare).

Menomale che e' arrivata l'estate a dare il giusto ritmo. Di colazioni lente, libri da leggere all'ombra di un albero, un po' di vino bianco e qualche lezioncina da impartire qua e la'...

Si cresce. Capita di ricordarsi di quando si era piccoli a volte. E di averne nostalgia.

10.7.09

Attitudine Zen

Ho trovato il titolo per la mia estate. Al momento sono alla ricerca della colonna sonora e il mio dirimpettaio d’ufficio invece di aiutarmi a trovare le musiche giuste…lavora! Vabbe’ valli a capire questi ingegneri…(e ho detto tutto!)
Ma torniamo a noi. Ho un po’ di matasse da districare. Mi serve un po’ d’ordine. E partirei dalle contraddizioni di fondo della mia vita.

Prima fra tutte, la dicotomia “donna della serra morenica” e “milanese acquisita”. Sto notando segnali preoccupanti. L’acquisto di una Mini Clubman color avorio con interni caffe’ la dice lunga. Il sandalo alla schiava che ieri sera insistevo a voler comprare e’ un secondo indizio…non parliamo poi dell’approccio stressato alle cose. E qui vorrei dilungarmi un attimo. Analizzare alla radice e pseudo-trovare una soluzione. Se possibile.

Il tutto non puo’ fare altro che passare attraverso un BASTA aggressivo e urlato (molto Yes, I Milan!)…al quale devono necessariamente seguire calma piatta, sedute di yoga, il tai chi – si, appunto – e nuove direzioni di vita (non troppo Canavese, piu’ Asian Style…ma va bene, insomma la direzione e’ quella semi-giusta…se non proprio ruspante almeno leggera).
Lo dicevamo a cena con amici l’altra sera. Non e’ possibile uscire di casa alle 8:40 di mattina gia’ trafelati, di corsa, con la sensazione di essere imperdonabilmente in ritardo, con l’elenco estemporaneo in testa di quello che si vorrebbe fare per la giornata e che non si riuscira’ a fare mai, l’insulto pronto..li’ sulla lingua..per il primo concittadino che avra’ l’ardire di attraversarci la strada, o esitare al semaforo, o non parliamo poi del rubarci il parcheggio.
Eh no! Cosi’ non ci sto piu’. Ora sono grande, ho un figlio. Sono un esempio. Vengo guardata con maniacale attenzione e, di li’ a poco, imitata.

Mi giro improvvisamente verso me stessa e mi dico “Stai calmaaaaa. Non sono neanche le 9 del mattino. Cosa c’e’ che non va? Cos’e’ questo assetto da guerra? Fermati e respira. Siamo sicuri di voler vivere cosi’?”
Ed e’ qui che arriva lo zen! E’ adesso che la serra morenica prevale sulla bella madunina! E non ci sono auto da fighetti che tengano o scarpe all’ultimo grido…

Mi riassalgono i dubbi.
Mare o montagna?
Bianco o nero?
Carne o pesce?
Frizzante o naturale?
Corto o lungo?
Si o no?

Si. Tutta la vita. Corto. Naturale. Pesce fresco, crudo, cotto al forno, al vapore, anche fritto. Bianco anche se vesto di nero. Mare, mare mare e ancora mare.

Ma se mi chiedete perche’ continuo a vivere una vita coi tacchi anche se mi sento e sono scalza dentro, non trovo risposte. Non fuori, ne’ dentro di me.

2.7.09

Lo stato si oggi

"ore 4.50...inizia ultimo giorno di studio nella bella shanghai...ludovico suona il piano in sottofondo...gli uccelli cinguettano...il sole lentamente rischiara la giornata...dei brividi non ben identificati mi corrono su e giù per la schiena...una lacrima mi scivola giù per la guancia...è una lacrima di felicità!!!"

Questo e' lo stato su FB di mio fratello. Oggi.
Mi piace e mi fa venire voglia di dire un sacco di cose.
So quella felicita' da dove arriva...forse quei valori di cui si parlava ieri...alla fine, si riesce a trasmetterli..insomma ci sono. Qui nell'aria.

Mi scappa un abbraccio forte. Peccato si sia cosi' lontani.

1.7.09

Afa

Il caldo mi fa male. Ormai si sa. Ho una certa difficolta’ a reagire agli stimoli. Divento lenta e pigra. Pigra e lenta. E poco a poco mi si sciolgono le cose intorno.
Alcuni punti fermi, pero’, restano tali anche a 35 gradi sotto il sole torrido di questo Giugno di citta’.
(I miei pilastri sono pali di cemento armato…che non li butta giu’ niente, nemmeno l’uragano di una vita…ed i miei specchi spero diventino presto finestre per guardare oltre e ben piu’ lontano).

Nel mezzo dell’afa di questi giorni, dicevo, mi capita spesso di trovarmi al posto sbagliato nel momento sbagliato. E subirne le conseguenze.
Discorsi sterili o semplicemente poco interessanti. Priorita’ che non sono piu’ le mie o forse non lo sono neanche mai state.
La circostanza delle conversazioni. Le conversazioni di circostanza. La danza dell’inconsistenza.

Io mi ritrovo a pensare al mal di schiena di sabato..mentre stavo china sulle piante di verdura per raccoglierne i frutti. Ai piedi scalzi sporchi di terra. Al sapore salato sulle mie labbra. Alle gambette nude di Tommaso mentre correva sul prato. Alle temute zanzare a cui io sento di voler bene dal piu’ profondo. Agli uccellini che sono nati in un nido fatto di straforo in un vaso. Al sapore delle serate estive che non ho il tempo di gustarmi come facevo una volta, ma che riesco ancora ad apprezzare nonostante tutto.

E mi dico che questo e’ quello che vorrei insegnare a chi mi sta vicino e ai miei figli.
Non che debba insegnare per forza qualcosa a qualcuno. Intendiamoci.
Pero’ se ci sono educazioni che dobbiamo dare, per forza di cose, allora ben vengano l’amore per la natura, per l’erba, per il prato, per la terra, per i suoi frutti, per l’acqua fredda del fiume, per gli odori forti. Di sudore, di fieno, di animali. Per le grandi distanze da colmare..con i propri piedi, con il cammino, con il sacrificio, con la costanza e la determinazione.
Non sono le innovazioni che vorrei trovare nella mia vita. Vorrei invece radici, tradizioni, legami saldi, porti sicuri.

A questo aggiungerei solo due cose di cui non potrei fare a meno: la passione e la curiosita’.
Passione per la musica, per il vino, per il cibo, per il mare, per gli altri, per la gente della mia vita, per l’aria fresca e il vento, per l’arte e per i libri. Per gli autori che hanno qualcosa da dirmi (o meglio, in cui io riesco a ritrovarmi). Curiosita’ per le strade nuove che hanno qualcosa da mostrarmi (o meglio, in cui io ho la capacita’ meravigliosa di vedere fino in fondo). Per le esperienze, per le terre lontane, per le terre vicine, per le persone diverse, per le persone uguali e che mi piacciono poco, ma che alla fine accetto quasi sempre nonostante tutto.

Per un attimo dimentico dove sono, dove vivo e dove sto andando. Negli occhi mi rimangono immagini di colori vivaci e sguardi lunghi.
Di un mondo che ancora non conosco, dove c’e’ la lentezza. Ed e’ un valore.

Non so bene quando, ma so che un giorno o l’altro passero’ da quelle parti.

E a tutto questo mi porta il caldo.