21.7.11

Prove di democrazia

Ore 12
'Mamma, posso guardare un po' di telesione?'
'No, Tommaso è mattina e lo sai che a casa nostra non si guarda la teleVIsione di mattina'
'Ma mammaa, dai, 5 minuti'
'No, ho detto di no'
'Mammaaa, facciamo un patto. Un pochettino solo piccolo piccolo'
'Tommaso ho detto di no. Più tardi potrai guardarla un po' più a lungo..dai, su. Ci sono tante cose belle da fare qui in giardino'
'No, sono cose brutte e le ho già fatte tutte poi. Mi fanno schifio!'

Ore 13:30
Siamo arrivati al compromesso di un po' di teleVIsione, nonostante la regola della casa sia 'solo quando scende il buio'. Tommaso si trasferisce in un'altra dimensione, non appartiene più al mondo degli umani e, con la mente completamente rapita, guarda inebetito Tom e Jerry.

Ore 14:15
'Amore andiamo a dormire adesso. E' passato un sacco di tempo!'
'Ancora 5 minuti'
'Su, su. Andiamo...'
'Ancora 5 minuti'
'Tommasooo'
'5'
'K, 5 non uno di più'
'Mammaaaa, oggi decido io! Un po' per ciascuno!'
'Oggi decidiamo insieme e decidiamo che è tardi ed è ora di andare a dormire, va bene?'

La sua attenzione oscilla tra la mamma e Tom e Jerry. Non risponde.
Mentre mi allontano lo sento bisbigliare: 'Ma a me sembra che qui decidi sempre tutto tu!' (sospiro)

20.7.11

In mezzo al mare

Sono stata figlia unica fino ai 12 anni. E da parte di padre lo sono ancora. Da piccola mi sono annoiata parecchio. A salvarmi c'erano i libri e il nuoto. Leggevo a non finire, qualunque cosa mi capitasse sottomano, e andavo spesso alla piscina comunale a nuotare.

L'altro giorno al mare mi sono regalata una nuotata, di qualche minuto. Roba veloce. Un piccolo snack. Però mentre ero al largo, completamente immersa nel rumore e nell'odore dell'acqua verde e blu, ho provato per qualche secondo la preziosa sensazione di stare vivendo io, per me, sola e soltanto.

Proprio come quando ero piccola e non ero ancora la mamma di nessuno. Ho rivissuto uno stato d'animo che non mi appartiene più.
Ma sono riuscita a non averne paura.

19.7.11

L'esperimento

'Dobbiamo ridurre il lavoro in questo giardino!' ha sentenziato nonna Marù puntualmente, ad ogni principio di estate, riferendosi alla casa di campagna, dove le sue giornate sfumano infinite tra orto, giardino e frutteto.
'Assolutamente sì!' ha sempre approvato all'unanimità il resto della famiglia, reo di preferire alla manutenzione delle siepi, degli alberi di mele e delle grandi magnolie partite di tennis, lunghe giocate a golf, allevamento di pargoli, lettura di quotidiani e così via...

Quest'anno è toccato ai prati dove crescono rigogliosi gli alberi da frutta. Quest'anno non si taglia. Niente tentativi di prato all'inglese. Si lascia crescere tutto e a fine estate si chiama il vicino a fare il fieno. E vediamo come va.
'Si! Certo! Ottimo esperimento' gridolini di giubilo si sono levati dal gruppo di fancazzisti che ha così ipotecato almeno con l'immaginazione pomeriggi liberi al lago, penniche quotidiane, sedute intensive davanti al Roland Garros.

Al momento non è dato sapere se l'idea del fieno sia buona oppure no, in termini di ridimensionamento delle attività lavorative, e se verrà riproposta negli anni a venire.

Il frutteto oggi è un campo bellissimo di erba alta e di fiori bianchi, rosa e gialli. Quando ieri Tommaso l'ha visto non ha potuto trattenersi dal correre e buttarcisi dentro, ridendo forte e rotolandosi come si addice a un bambino. Poi di nuovo. Un'altra volta. E ancora.
L'ho guardato a lungo rapita.
Ho ripensato alle corse insieme alle mie cugine, al sapore salato della pelle a fine giornata, ai piedi sporchi e ai capelli sudati.
L'ho seguito e ho gridato di gioia con lui.

E mi sono detta che forse nel mondo basterebbe avere più prati.

18.7.11

Sometimes

Capita di tornare a casa con una valigia piena di panni sporchi e di energie.
Per fare e disfare tutto.
Per spostare i mobili.
Per dedicarsi alle grandi pulizie.
Per rispolverare i bellissimi e pretenziosi libri di ricette.
Per bere il caffè in giardino e sentirsi leggeri e felici e finalmente sereni.
Per accovacciarsi nell'orto a raccogliere fagiolini e melanzane.

Il potere delle vacanze. Del mare. Dello iodio. Della famiglia.

Così dopo dieci silenziosi giorni in Sardegna, mi ritrovo ad ascoltare Chet Baker e Raphael Gualazzi (unico caso di italiano con cognome de noartri e nome straniero che non mi faccia pensare..'povero sfigato, ma che male gli volevano i suoi genitori?') nel bianco panna della mia casa di campagna.

Dove tutto è possibile.
Stendere sulla ringhiera delle scale.
Rotolarsi nell'erba.
Fare la doccia ogni due giorni.
Mangiare lamponi, more e ribes a metà mattina.
Dormire tutti insieme nel lettone.
Non guardarsi allo specchio.
Indossare Crocs fucsia senza il minimo ritegno.
Leggere Dostoevskij, finalmente..che mi mancava da tutta la vita.
Ingrassare senza sentirsi in colpa.
Anche.