Attitudine Zen
Ho trovato il titolo per la mia estate. Al momento sono alla ricerca della colonna sonora e il mio dirimpettaio d’ufficio invece di aiutarmi a trovare le musiche giuste…lavora! Vabbe’ valli a capire questi ingegneri…(e ho detto tutto!)
Ma torniamo a noi. Ho un po’ di matasse da districare. Mi serve un po’ d’ordine. E partirei dalle contraddizioni di fondo della mia vita.
Prima fra tutte, la dicotomia “donna della serra morenica” e “milanese acquisita”. Sto notando segnali preoccupanti. L’acquisto di una Mini Clubman color avorio con interni caffe’ la dice lunga. Il sandalo alla schiava che ieri sera insistevo a voler comprare e’ un secondo indizio…non parliamo poi dell’approccio stressato alle cose. E qui vorrei dilungarmi un attimo. Analizzare alla radice e pseudo-trovare una soluzione. Se possibile.
Il tutto non puo’ fare altro che passare attraverso un BASTA aggressivo e urlato (molto Yes, I Milan!)…al quale devono necessariamente seguire calma piatta, sedute di yoga, il tai chi – si, appunto – e nuove direzioni di vita (non troppo Canavese, piu’ Asian Style…ma va bene, insomma la direzione e’ quella semi-giusta…se non proprio ruspante almeno leggera).
Lo dicevamo a cena con amici l’altra sera. Non e’ possibile uscire di casa alle 8:40 di mattina gia’ trafelati, di corsa, con la sensazione di essere imperdonabilmente in ritardo, con l’elenco estemporaneo in testa di quello che si vorrebbe fare per la giornata e che non si riuscira’ a fare mai, l’insulto pronto..li’ sulla lingua..per il primo concittadino che avra’ l’ardire di attraversarci la strada, o esitare al semaforo, o non parliamo poi del rubarci il parcheggio.
Eh no! Cosi’ non ci sto piu’. Ora sono grande, ho un figlio. Sono un esempio. Vengo guardata con maniacale attenzione e, di li’ a poco, imitata.
Mi giro improvvisamente verso me stessa e mi dico “Stai calmaaaaa. Non sono neanche le 9 del mattino. Cosa c’e’ che non va? Cos’e’ questo assetto da guerra? Fermati e respira. Siamo sicuri di voler vivere cosi’?”
Ed e’ qui che arriva lo zen! E’ adesso che la serra morenica prevale sulla bella madunina! E non ci sono auto da fighetti che tengano o scarpe all’ultimo grido…
Mi riassalgono i dubbi.
Mare o montagna?
Bianco o nero?
Carne o pesce?
Frizzante o naturale?
Corto o lungo?
Si o no?
Si. Tutta la vita. Corto. Naturale. Pesce fresco, crudo, cotto al forno, al vapore, anche fritto. Bianco anche se vesto di nero. Mare, mare mare e ancora mare.
Ma se mi chiedete perche’ continuo a vivere una vita coi tacchi anche se mi sento e sono scalza dentro, non trovo risposte. Non fuori, ne’ dentro di me.
Ma torniamo a noi. Ho un po’ di matasse da districare. Mi serve un po’ d’ordine. E partirei dalle contraddizioni di fondo della mia vita.
Prima fra tutte, la dicotomia “donna della serra morenica” e “milanese acquisita”. Sto notando segnali preoccupanti. L’acquisto di una Mini Clubman color avorio con interni caffe’ la dice lunga. Il sandalo alla schiava che ieri sera insistevo a voler comprare e’ un secondo indizio…non parliamo poi dell’approccio stressato alle cose. E qui vorrei dilungarmi un attimo. Analizzare alla radice e pseudo-trovare una soluzione. Se possibile.
Il tutto non puo’ fare altro che passare attraverso un BASTA aggressivo e urlato (molto Yes, I Milan!)…al quale devono necessariamente seguire calma piatta, sedute di yoga, il tai chi – si, appunto – e nuove direzioni di vita (non troppo Canavese, piu’ Asian Style…ma va bene, insomma la direzione e’ quella semi-giusta…se non proprio ruspante almeno leggera).
Lo dicevamo a cena con amici l’altra sera. Non e’ possibile uscire di casa alle 8:40 di mattina gia’ trafelati, di corsa, con la sensazione di essere imperdonabilmente in ritardo, con l’elenco estemporaneo in testa di quello che si vorrebbe fare per la giornata e che non si riuscira’ a fare mai, l’insulto pronto..li’ sulla lingua..per il primo concittadino che avra’ l’ardire di attraversarci la strada, o esitare al semaforo, o non parliamo poi del rubarci il parcheggio.
Eh no! Cosi’ non ci sto piu’. Ora sono grande, ho un figlio. Sono un esempio. Vengo guardata con maniacale attenzione e, di li’ a poco, imitata.
Mi giro improvvisamente verso me stessa e mi dico “Stai calmaaaaa. Non sono neanche le 9 del mattino. Cosa c’e’ che non va? Cos’e’ questo assetto da guerra? Fermati e respira. Siamo sicuri di voler vivere cosi’?”
Ed e’ qui che arriva lo zen! E’ adesso che la serra morenica prevale sulla bella madunina! E non ci sono auto da fighetti che tengano o scarpe all’ultimo grido…
Mi riassalgono i dubbi.
Mare o montagna?
Bianco o nero?
Carne o pesce?
Frizzante o naturale?
Corto o lungo?
Si o no?
Si. Tutta la vita. Corto. Naturale. Pesce fresco, crudo, cotto al forno, al vapore, anche fritto. Bianco anche se vesto di nero. Mare, mare mare e ancora mare.
Ma se mi chiedete perche’ continuo a vivere una vita coi tacchi anche se mi sento e sono scalza dentro, non trovo risposte. Non fuori, ne’ dentro di me.
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