Per i miei tent’anni mi sono regalata (piu’ o meno) un viaggio in Giappone.
Subito dopo Natale, a cavallo tra il 2004 e il 2005. Delizioso (sorriso).
Cibo superbo, templi mistici, citta’ interessanti, un freddo cane. Una bellissima esperienza nel complesso.
Naturalmente grazie anche a little Motoki e a super-Reiko, che da veri amici ci hanno aiutati a capire meglio il tutto.
Durante il viaggio ho comprato un buon numero di Daruma.
Sono bambole di cartapesta, dipinte di rosso, nero e oro che vengono vendute un po’ ovunque ma soprattutto all’entrata dei templi.
Grazie alla caratteristica forma sferica restano sempre in piedi e tendono a non cadere anche se spinte.
Per questo sono simbolo di ottimismo, buona fortuna e di forte determinazione.
Vengono vendute senza occhi. Chi le acquista puo’ esprimere un desiderio (uno importante pero’) e disegnare un occhio.
La Daruma aiutera’ indubbiamente (almeno dal punto di vista psicologico, se non di piu’) a raggiungere l'obiettivo.
Una volta realizzato il desiderio, si disegna il secondo occhio.
E la Daruma sta a posto!
Insomma e’ una cosa complessa. Mica chiacchiere e distintivo.
Tornata a casa, ho distribuito Daruma a destra e a manca..
A mio fratello, a mia mamma.
Ad Annita quando il suo matrimonio e’ andato a monte..(in quanto immaginavo avesse davvero bisogno di non cadere giu’ e cosi’ e’ stato!).
Anche Bu ha subito disegnato il primo occhio alla sua Daruma e da almeno un anno ha gia’ aggiunto il secondo.
Solo la mia Daruma, ultima..e’ rimasta senza occhi per tutto questo tempo.
Completamente cieca se ne e’ stata sulla scrivania in attesa.
Sperando pazientemente (ma con una strana espressione accusatoria) che mi decidessi a disegnarle il primo occhio.
Ma io niente! Pensa e ripensa, l’ho guardata diffidente, continuando a chiedermi quando sarei stata davvero pronta.
Per esprimere un desiderio importante, intendo. Che richiede non solo buona fortuna ma anche grande determinazione. Anima e corpo.
Sono passati ormai quasi due anni di convivenza forzata e silenziosa, in cui ci siamo sopportate a vicenda.
Io pervasa da un senso di colpa latente e lei dalla disapprovazione.
Domenica sera io e Bu siamo rientrati dopo due settimane...
Sicilia. Palermo. Isole Egadi. Marettimo.
Sole, mare, cous-cous, 4 libri.
Perfetto equilibrio tra scoperta e relax.
Entrata in casa ho levato le scarpe, buttato le valigie per terra.
Ho preso un pennarello e ho finalmente disegnato il primo occhio alla mia Daruma.
Grande e nero. Che adesso ogni giorno mi guarda.
E mi ricorda che ci vogliono costanza, passione e grande sacrificio per realizzare i sogni.
Ma soprattutto ci vogliono i sogni. Piu’ o meno pindarici...ma quelli, sempre.