23.4.12
Nell'ultima settimana, in casa sono entrati due nuovi argomenti.
Il tempo.
"Mamma come sono le condizioni del tempo oggi?'
'...'
'Ti sembra variabile o soleggiato?'
'...'
Dopo attimi di stordimento, le mie risposte si aggirano quasi sempre nell'intorno di 'bello, brutto, cosi' cosi'' mentre mio figlio si dilunga con dovizia di particolari che continuano a lasciarci basiti. Noi, che le condizioni metereologiche le guardiamo al massimo sull'Iphone..consapevoli tra l'altro che non siano mai veritiere.
Il calcio.
Il fine settimana e' stato un susseguirsi di domande e affermazioni.
'Mamma, tu lo sai se e' piu' forte il Barcellona o il Real Madrid?'
'Nessuno e' come Messi, lui tira delle bombe pazzesche'
'La Fiorentina ha 5 giocatori che si sono fatti male'
'Quali squadre iniziano per T?'
Di gite al parco per fare i tiri con il nuovo pallone del Milan. Si del Milan, avete capito bene.
Di partite in televisione.
Di spiegazioni dettagliate su cosa sia un rigore, a cosa serva il cartellino giallo, quale sia il compito dell'arbitro e cosa significhi giocare fuori casa.
Come diretta conseguenza, questa mattina alle 7:30, in risposta al primo abbraccio della giornata mi sono sentita chiedere: 'Come si chiama il portiere della Fiorentina, che non mi ricordo?'
E mentre il babbo si crogiola alla ricerca della scuola calcio migliore di Milano, la mamma volge uno sguardo speranzoso verso la piccola della casa.
Che al tempo e allo sport, preferisce 'bimma', la piccola orribile bambola di plastica che porta dappertutto e sbatacchia in qui e in la', felice e baldanzosa.
Lei, con i suoi scamiciatini colorati e le mollettine tra i capelli corti.
Lei, con gli occhi sorridenti e la camminata buffa.
Lei, con quello stile unico e tenero che fa girare tutto e tutti.
Lei, che sarebbe da abbracciare e stroppicciare tutto il giorno.
Lei, che corre dalla sua mamma tuffandosi come una pazza.
Lei, che capisce ogni cosa al volo e non si riesce a starle dietro.
Lei che vuole dire la sua su tutto e ormai ci riesce quasi.
Lei che ha un solo grande amore nella vita, suo fratello.
E come darle torto? Che io sti due me li sono fatti e me li tengo e me li mangio di baci.
17.4.12
A caro prezzo..
'La maestra per Pasqua ci ha fatto fare un gioco, sai?'
'Che gioco?'
'Dovevamo dire che guscio vogliamo rompere?'
'Che vuol dire?'
'Eh, io ne ho due..uno e' di essere piu' gentile con la mia sorellina e l'altro e' di smettere di bere il biberon con il latte e la meme alla mattina'
'Ah, ecco..capisco, si tratta di buoni propositi'
'Gusci da rompere ha detto'
'Si certo..infatti. Mi sembrano due buoni gusci, secondo me ce la puoi fare..'
Il discorso si e' prolungato. L'essere gentile con la sorellina o il fratellino piu' piccolo e' stato di gran lunga il guscio da rompere piu' gettonato dell'intera classe. Tutti primogeniti con una buona dose di aggressivita’ fraterna, una certa consapevolezza e senso di colpa latente, si direbbe.
Abbiamo preferito non addentrarci nei meandri della gelosia e pensando di vincere facile siamo voluti partire dal biberon.
Retaggio del passato, era il momento speciale che ci concedevamo ogni mattina abbracciati nel letto, rapiti dal nostro bene, completamente dimentichi del mondo che ci aspettava fuori, degli orari e delle cose da fare.
Adesso ci avviamo in fretta in cucina a preparare la colazione e parliamo seduti a tavola.
Abbiamo rotto il guscio e siamo diventati un po’ piu’ grandi.
Che e’ cosa buona e giusta, si sa.
Tommaso ci prova ogni mattina, con nonchalance.
La mamma tiene duro e propone una coccola cambiando discorso, determinata nel non dire a nessuno quanto maledettamente le sia costato tutto questo.
4.4.12
Le forme dell’amore
L’amore e’ come la pioggia. Sorprende sempre, almeno me.
Capita di incontrarlo nei luoghi piu’ disparati. Al parco su una panchina, tra le scrivanie di uno studio, la sera sotto casa o sulla via, un mercoledi mattina.
Oggi l’amore ha un piccolo impermeabile nero, i capelli grigi raccolti sulla testa e la grazia di una giovinetta.
L’amore tiene sottobraccio la nipote adolescente venuta al mondo con la sindrome di Down.
Le canta una canzone e la porta a spasso “Questa e’ la marcia della resistenza. Chi non resiste fa la penitenza”
Io passo e ascolto. Poi mi giro. Vedo l’amore ridere e gli sorrido indietro.
Salgo in macchina e mi commuovo un po’.
Per nulla in particolare o forse per tutto questo.