A caro prezzo..
'La maestra per Pasqua ci ha fatto fare un gioco, sai?'
'Che gioco?'
'Dovevamo dire che guscio vogliamo rompere?'
'Che vuol dire?'
'Eh, io ne ho due..uno e' di essere piu' gentile con la mia sorellina e l'altro e' di smettere di bere il biberon con il latte e la meme alla mattina'
'Ah, ecco..capisco, si tratta di buoni propositi'
'Gusci da rompere ha detto'
'Si certo..infatti. Mi sembrano due buoni gusci, secondo me ce la puoi fare..'
Il discorso si e' prolungato. L'essere gentile con la sorellina o il fratellino piu' piccolo e' stato di gran lunga il guscio da rompere piu' gettonato dell'intera classe. Tutti primogeniti con una buona dose di aggressivita’ fraterna, una certa consapevolezza e senso di colpa latente, si direbbe.
Abbiamo preferito non addentrarci nei meandri della gelosia e pensando di vincere facile siamo voluti partire dal biberon.
Retaggio del passato, era il momento speciale che ci concedevamo ogni mattina abbracciati nel letto, rapiti dal nostro bene, completamente dimentichi del mondo che ci aspettava fuori, degli orari e delle cose da fare.
Adesso ci avviamo in fretta in cucina a preparare la colazione e parliamo seduti a tavola.
Abbiamo rotto il guscio e siamo diventati un po’ piu’ grandi.
Che e’ cosa buona e giusta, si sa.
Tommaso ci prova ogni mattina, con nonchalance.
La mamma tiene duro e propone una coccola cambiando discorso, determinata nel non dire a nessuno quanto maledettamente le sia costato tutto questo.
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