29.10.07

Lo stato delle cose

Tutto come previsto. Il Tomino da mini-fagiolino si e' trasformato in un fagotto lungo 33 cm, che pesa 1,3 kg. Ha il nasino alla francese, le orecchie a conchiglietta e un certo atteggiamento anticonformista: sul piu' bello dell'ecografia ha aperto la boccuccia e mi ha fatto la lingua.

Forse il fatto di averlo portato a sentire Amy Winehouse la sera prima gli e' stato fin troppo di ispirazione. O magari ha soltanto un certo senso della privacy e ci teneva a farcelo sapere. Mi sembra un tipino simpatico, comunque.

Domani suo padre ci abbandona per un bel quindici giorni. Se ne va a New York, da dove volera' a Isla Mujeres in Messico per partecipare al matrimonio di un nostro amico..quindi ritornera' a NYC per una ulteriore settimana, trasferendosi direttamente a casa dei novelli sposi...

Questa volta mi tocca stare ad aspettare, facendo la calzetta...
Non e' mai stato il mio ruolo questo, ma mi adeguo. In fondo lo faccio per un'ottima causa.
Sotto sotto spero almeno nel suo ritorno con una valigia stracolma di regali per me e Bubettino.
Lo so, come al solito sono troppo ottimista.

26.10.07

We are growing

Temo che Tommasetto stia diventando un gigante. Le scene stile Alien ormai si sprecano. La mia pancia si muove da sola, a volte andando verso destra a volte a sinistra. E mi sembra anche che i piedi di mio figlio puntino dritti ai miei polmoni (o all'interno delle mie tette..a seconda).

E' una sensazione strafica. Tranne quando mi manca il respiro.

19.10.07

Parole nel vento

Meraviglie delle meraviglie: il vento a Milano. Un evento raro e inaspettato che stravolge gli umori, l’aria e il colore del cielo sulla citta’.
Capelli scompigliati, vortici di foglie autunnali e l’improvviso desiderio di correre forte..come quando si era bambini e l’aria fresca arrossava le guance e la corsa faceva sudare improvvisamente la fronte.
Ho visto le montagne in lontananza e la sera di ieri aveva un colore viola pallido che ricordava i momenti felici.

Oggi parto alla volta di Dublino. Come avevo promesso a Mattia.
L’unico che riesca ancora a strapparmi promesse che poi mantengo.

Sono una donna pacco. O come dice sempre Bu una “czz suoi”.
Mi districo tra i miei mille impegni, giro e rigiro, vado e torno, viaggio e riviaggio e immancabilmente mi dedico poco a tutte quelle persone a cui dovrei dedicarmi di piu’.
Ogni tanto me ne rendo conto e mi rimprovero da sola per questo.

Come e’ successo Sabato scorso. Sono stata ad un matrimonio..uno dei pochi che mi siano veramente piaciuti.
Si e’ sposata Laura, una mia amica di vecchia data ormai. A cui devo le mie scuse per non essere mai andata a Londra a trovarla. Ma a cui devo soprattutto i miei complimenti per la bella festa, per le belle persone, per la vita gioiosa che e’ riuscita a riprendersi a piene mani dopo qualche insoddisfazione.

Ci sono poche persone con cui ci si sente davvero in sintonia…magari sono addirittura quelle con cui ci si sente e ci si vede di meno.
Ma restano le affinita’ che lasciano tutto semplice, allegro e spontaneo anche dopo tanti anni e anche senza troppo concime.

Ci sono poche cose che mi smuovono nel piu’ profondo.
Ci sono poche persone a cui voglio davvero bene.
A tutte quelle ho voglia di pensare oggi.
Sperando che abbiano compreso come sono fatta e senza volermene si siano rese conto che ci sono sempre, anche quando non sembra.

12.10.07

Ultime notizie dalla famiglia

Sono ufficialmente entrata in una nuova fase. Sono definitivamente vittima della cosiddetta sindrome del nido (non vuoto, ancora da riempire).

Mi sento una forza della natura. Procedo imperterrita con liste e listine: chiamo tutti.
Ospedali, ostetriche, anestesisti, falegnami, vetrai, fabbri, costruttori, materassai, calzolai.
Organizzo con grande energia tutto l’organizzabile.

Innanzi tutto ho scelto l’Ospedale Buzzi per dare alla luce il mio pargolo.
E’ a pochi chilometri da casa e sembra avere una buona reputazione.
Ogni Sabato mattina io e Bu ci alziamo presto e dopo una colazione fugace, saltiamo in macchina e facciamo le prove generali.
Ci dirigiamo con disinvoltura al reparto maternita’..e li’ ci sorbiamo una serie di bei corsi di preparazione per l’avventura che ci aspetta.
Immagini di donne partorienti e micro-bambini grigio-rossastri scorrono sul mega schermo mentre psicologi, neonatologi, ostetriche e primari vari ci raccontano la rava e la fava di quello che verra’.
Noi ascoltiamo rapiti. Sembra di essere tornati a scuola. Per la prima volta con un certo interesse, tra l’altro.

Le reazioni sono molteplici: momenti di grande agitazione e felicita’ si alternano a espressioni di terrore e sensazioni di nausea.
Io e Bu commentiamo in continuazione…lui si lamenta di quanto il suo sia il ruolo piu’ complicato..mentre io, incredula, gli spiego che si da’ il caso che sia IO a partorire.
No, non funziona cosi’.
Udite, udite “stare di fianco a qualcuno che soffre senza poterlo aiutare e’ una sensazione talmente frustrante e sconvolgente che forse e’ meglio non provarla”..
Questo e’ il momento della storia in cui i miei occhi si iniettano di sangue, inizio a farfugliare frasi incomprensibili zeppe di CZZ T’MZZ, TU VIENI CAPT?
E lui, con un colore del volto ormai tendente al grigio, replica dicendo che SI ci provera’…ma resta comunque una situazione di una difficolta’ superiore ad ogni altra.

E te pareva. Neanche al momento del parto potro’ convincerlo che ci sia qualcuno al mondo che sta peggio di lui.

Vabbe’, fortunatamente mi aiuta lo yoga.
Mi dedico due ore a settimana. Vado a respirare a fondo e mi avvinghio su me stessa in posizioni improbabili, mentre la mia pancia spunta e rispunta in ogni dove.
Rotolo su un lato, giro sull’altro e intanto ascolto l’istruttrice mentre suggerisce di vivere il momento e prendere coscienza sino in fondo.
La mia mente divaga e visto l’orario serale della lezione solitamente finisco per sognare il pasto che mi aspetta: mozzarella di bufala, pasta alla bottarga, pollo al curry, insalata di avocado,
A fine sessione torno a casa a piedi tutta rotta e con una fame spaventosa e non ho ancora capito cosa succeda prima: chiudo la porta dell’appartamento una volta rientrata o apro quella del frigo?
Si tratta di una frazione di secondo..in cui perdo il controllo della situazione e mi ritrovo con le mani affondate nel formaggio, la bocca sporca di briciole e i denti che ruminano instancabili qualunque cosa di minimamente commestibile si siano ritrovati intorno.

Forse devo lavorare meglio sul mio spirito…per non cedere ai morsi della fame (o perlomeno cedervi con piu’ grazia). Ma vi assicuro, E’ DURA.

5.10.07

Due cose

1. ADORO l'oroscopo dell'Internazionale. Mea culpa, ma e' cosi' non posso farci nulla!

2. Questo blog sta diventando iper-melenso. Mi scuso. Portate pazienza!

4.10.07

Ieri sera

..mentre tornavo a casa con un paio di borse della spesa mi sono ritrovata per le strade di una Milano che ho sentito mia, come mi succede sempre a Ivrea, a Torino o a New York.

Mi sono sentita a casa sotto le luci gialle dei lampioni, tra le decine di cinesi che mi attraversavano la strada e ho provato per la prima volta a guardarmi intorno con occhi meno esigenti.

E ho visto tutto: il parco, una focacceria, il calzolaio che cercavo da tempo, un gatto sul tetto, le piante verdi sui terrazzi.

Era quell'ora della sera in cui tornare a casa ha un sapore meraviglioso, come di cioccolata calda e baci e coccole nel letto.