Happy Venice
Il viaggio fa miracoli. La curiosita’ per il nuovo, il desiderio di scoperta, l’esperienza di abitudini diverse rimette tutto a posto.
Quando ci si perde basta questo. E’ sufficiente salire su un treno, o comprare un biglietto aereo, a volte anche solo fare un pieno di benzina. Purche’ i confini si spostino piu’ in la’.
Abbiamo rinunciato all’agnello e al cioccolato. Ma ce ne siamo andati a Venezia, con un giorno di anticipo sulla massa di italiani che si spostava.
Siamo arrivati alle 11 del mattino di una bella giornata di sole. Ci siamo lasciati alle spalle le serate buie e la macumba e abbiamo ricominciato a ridere.
Venezia e’ una di quelle citta’ in cui credo di avere abitato in una vita precedente. Un po’ come New York.
Mi ci ritrovo ogni volta. Nonostante il turismo a frotte, i piccioni scagazzoni e i prezzi esorbitanti.
Credo di essere stata una fioraia, laggiu’. Tanto tempo fa. O un’amica di Marco Polo. O un’amante di Casanova. Insomma qualcosa ci ho fatto. Perche’ la riconosco.
Ne sento fortemente il richiamo. Me ne vado per i campielli nascosti, riscopro l’odore di umido, mi appoggio a muri scrostati e non vedo l’ora di ritrovarmi la sera tra vie buie e silenziose che aspettano strette dietro a ogni angolo.
Sono di nuovo qui oggi. Seduta a questa scrivania, cercando di non pensare alla meravigliosa aria fresca che c’e’ fuori. Per tanti altri. Ma non per me. Uso cosi’ la mia pausa caffe’. Per scrivere due righe.
Nell’agenda ho la stampata di due e-tickets per il Venezuela. Partiamo per il mare. Spostiamo i nostri confini. Perche’ fa bene al nostro umore e al nostro amore.
E intanto consiglio il consigliabile, che cosi’ mi va.
Hotel per chi ha soldi da spendere, o per chi non li ha ma li vuol spendere lo stesso…magari quelli degli altri, come sta facendo Lapo con i miei.
Hotel per chi sa scendere a patti con i propri limiti e li accetta e ci convive e si accontenta e alla fine e’ felice e non va in prigione.
Cena buon budget. Perfetta.
Cena di lusso. Una volta ogni tanto.
Gli itinerari segreti di Palazzo Ducale. Veramente interessante. Da fare!
Ci sarebbe tanto altro. Ma e' tutto detto e stradetto. Il Florian, l'Harry's Bar, il Peggy Guggheneim Museum, le Zattere per l'aperitivo al tramonto. Se ho scordato qualcosa non manchero' di farne menzione in un prossimo post.
Quando ci si perde basta questo. E’ sufficiente salire su un treno, o comprare un biglietto aereo, a volte anche solo fare un pieno di benzina. Purche’ i confini si spostino piu’ in la’.
Abbiamo rinunciato all’agnello e al cioccolato. Ma ce ne siamo andati a Venezia, con un giorno di anticipo sulla massa di italiani che si spostava.
Siamo arrivati alle 11 del mattino di una bella giornata di sole. Ci siamo lasciati alle spalle le serate buie e la macumba e abbiamo ricominciato a ridere.
Venezia e’ una di quelle citta’ in cui credo di avere abitato in una vita precedente. Un po’ come New York.
Mi ci ritrovo ogni volta. Nonostante il turismo a frotte, i piccioni scagazzoni e i prezzi esorbitanti.
Credo di essere stata una fioraia, laggiu’. Tanto tempo fa. O un’amica di Marco Polo. O un’amante di Casanova. Insomma qualcosa ci ho fatto. Perche’ la riconosco.
Ne sento fortemente il richiamo. Me ne vado per i campielli nascosti, riscopro l’odore di umido, mi appoggio a muri scrostati e non vedo l’ora di ritrovarmi la sera tra vie buie e silenziose che aspettano strette dietro a ogni angolo.
Sono di nuovo qui oggi. Seduta a questa scrivania, cercando di non pensare alla meravigliosa aria fresca che c’e’ fuori. Per tanti altri. Ma non per me. Uso cosi’ la mia pausa caffe’. Per scrivere due righe.
Nell’agenda ho la stampata di due e-tickets per il Venezuela. Partiamo per il mare. Spostiamo i nostri confini. Perche’ fa bene al nostro umore e al nostro amore.
E intanto consiglio il consigliabile, che cosi’ mi va.
Hotel per chi ha soldi da spendere, o per chi non li ha ma li vuol spendere lo stesso…magari quelli degli altri, come sta facendo Lapo con i miei.
Hotel per chi sa scendere a patti con i propri limiti e li accetta e ci convive e si accontenta e alla fine e’ felice e non va in prigione.
Cena buon budget. Perfetta.
Cena di lusso. Una volta ogni tanto.
Gli itinerari segreti di Palazzo Ducale. Veramente interessante. Da fare!
Ci sarebbe tanto altro. Ma e' tutto detto e stradetto. Il Florian, l'Harry's Bar, il Peggy Guggheneim Museum, le Zattere per l'aperitivo al tramonto. Se ho scordato qualcosa non manchero' di farne menzione in un prossimo post.
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