23.6.11

25

Ti ho aspettato con grande emozione e impazienza, come si addice ad una bambina che vuole il bambolotto nuovo e non pensa ad altro. Ormai, una vita fa.
Sei arrivato una sera d'estate, mentre giocavo a nascondino con ragazzini più grandi di me.
Ti ho trovato bruttissimo, rosso paonazzo, extraterrestre con le manine in eterno movimento.
Ho pensato che saresti migliorato col tempo.

Sei stato l'inizio della mia vena materna.
Ho dovuto addormentarti, imboccarti, cambiarti, portarti a scuola e anche venire a prenderti. In un tempo in cui non sempre avevo voglia di farlo.
Ti ho accudito con la leggerezza dei quindici anni. Sfinendoti di cassette di Walt Disney, erudendoti sulle vicende di Lupin, portandoti a fare le vasche in via Palestro in mezzo a gruppi di scoppiati come me, insegnandoti a scrivere il mio nome e quello delle mie amiche, facendoti diventare la mascotte di gente molto più grande di te.

Sei stato un gioco divertente e un grandissimo impegno.
Il mio compagno nel deserto.
L'odore di buono in cui affondare il naso.
Il più importante di tutti.
Il libro da leggere la sera.
Le coccole nel letto.
I compiti in cucina.
Le sgridate e le difese.
Il tempo che passa.
Il Liceo e l'Università.
Le partenze e le lunghe attese.
I ritorni di poche parole.

Sei diventato grande in fretta.

Oggi sei un uomo fatto, con le spalle larghe, la barba aguzza e le grandi mani.
Ti cerco e non ti trovo.
Per sapere di te, devo ricorrere a Facebook.
Ti condivido con una miriade di amici e conoscenti.
Ma ti guardo sempre con grande amore.
Ti abbraccio idealmente anche quando non lo faccio.
Ti stringo forte come quando eri bambino.
E ti proteggevo.
E speravo sempre e solo il meglio per te.

Tu che eri piccino e oggi hai 25 anni. Tu che sarai sempre nella parte più bella della mia vita. Lì dove stanno i pensieri felici, le parole di bene, i grandi sentimenti, le persone speciali.
Perchè non potrò mai smettere di amare tutto quello che c'è dentro e fuori di te.