Passione
E' difficile trovare la passione quando si conduce una vita semplice, minima.
Concentrata sulle cose più piccole e al contempo più importanti di una vita intera.
Un pasto minuscolo, preparato con amore, il sorriso storto davanti alla presa in giro di un nanetto pieno di energie, il bagno tra papere e balene, un capriccio impossibile da contenere e il pozzo infinito della pazienza, che si pensava non facesse nemmeno parte del proprio mondo...e invece.
Amore, dolcezza, sentimento, affetto sono all'ordine del giorno.
Coccole, baci, anche qualche urlo si, abbracci, carezze sui capelli, manine strette accolte in mani più grandi sono i gesti quotidiani.
C'è poco spazio per la passione. Per il trasporto. Per le grandi energie. Per le prese di posizione. Per quella forza interiore che ho sempre sentito dentro e che descrivere non so.
E poi. Capita di ritrovare tutto quasi per caso. Grazie ad un libro banale, a quattro chiacchiere spese al parco con una giovane ventenne alle prese con la vita, grazie alla politica onesta, grazie al desiderio di qualcosa di nuovo, grazie a una canzone rock, e a una canzone dolce come quella di Abbey Lincoln che sentii un giorno per strada a Union Square e che non mi ha lasciata più.
Capita di risentirsi vivi e giovani e forti. Di aver voglia di prendere un maglione e uscire, di andare a spasso col naso rivolto all'insù, tenendosi per mano, e correre per prendere un tram e scendere e camminare e parlare e raccontarsi tutto. E poi tacere. Per ascoltare.
Ed è bellissimo. Così. Quando meno te lo aspetti.
Concentrata sulle cose più piccole e al contempo più importanti di una vita intera.
Un pasto minuscolo, preparato con amore, il sorriso storto davanti alla presa in giro di un nanetto pieno di energie, il bagno tra papere e balene, un capriccio impossibile da contenere e il pozzo infinito della pazienza, che si pensava non facesse nemmeno parte del proprio mondo...e invece.
Amore, dolcezza, sentimento, affetto sono all'ordine del giorno.
Coccole, baci, anche qualche urlo si, abbracci, carezze sui capelli, manine strette accolte in mani più grandi sono i gesti quotidiani.
C'è poco spazio per la passione. Per il trasporto. Per le grandi energie. Per le prese di posizione. Per quella forza interiore che ho sempre sentito dentro e che descrivere non so.
E poi. Capita di ritrovare tutto quasi per caso. Grazie ad un libro banale, a quattro chiacchiere spese al parco con una giovane ventenne alle prese con la vita, grazie alla politica onesta, grazie al desiderio di qualcosa di nuovo, grazie a una canzone rock, e a una canzone dolce come quella di Abbey Lincoln che sentii un giorno per strada a Union Square e che non mi ha lasciata più.
Capita di risentirsi vivi e giovani e forti. Di aver voglia di prendere un maglione e uscire, di andare a spasso col naso rivolto all'insù, tenendosi per mano, e correre per prendere un tram e scendere e camminare e parlare e raccontarsi tutto. E poi tacere. Per ascoltare.
Ed è bellissimo. Così. Quando meno te lo aspetti.
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