9.5.07

Tradizioni di famiglia

Ieri sera ho fatto i ravioli.
Mi sembra una cosa degna di nota.

L'ultima volta che sono stata in quel di Udine a trovare Amilcarone, ho espressamente chiesto appuntamento a nonna Tonina per una lezione di cucina tradizionale.

Nonna Tonina e' la mamma di mio papa'.
Nata nel lontano 1919 a Forli’. Cresciuta, troppo in fretta a Santa Sofia. Invecchiata nel tempo un po’ ovunque per stare dietro ad un marito idealista e comunista che l’ha trascinata prima a Torino per scappare dai bombardamenti, riportata a Santa Sofia ai tempi della pensione e infine condotta a Udine dove, ancora insieme, trascorrono giornate infinite a guardarsi in cagnesco. Il loro modo di volersi bene da 70 anni a questa parte e solo a scriverlo, fa spavento.

Nonna Tonina e’ scampata a una prima guerra, cercando di farsi viva al momento giusto. E’ sopravvissuta ad una seconda, quando ormai era chiaro che non c’e’ un momento giusto per nascere. Donna di spirito profondamente romagnolo, ha concepito una bambina in giovanissima eta’, un paio di anni prima che mio nonno si decidesse a infilarle la fede nuziale. Ha sopportato senza fare una piega i molteplici tradimenti del marito. Ha messo al mondo un secondo figlio, riponendo in lui tutte le sue ambizioni di donna di provincia e amandolo di quell’amore morboso di cui e’ capace una mamma italiana. Sortendo degli effetti particolari, devo dire, sul carattere di colui che si da’ il caso sia il mi’ babbo. Ha messo al bando la nuora, in quanto donna intenta a portarle via il figlio. Si e’ rispecchiata nel percorso di carriera del suo adorato, prendendosi le sue piccole rivincite sulle vicine di casa e la gente del paese, malcelando il grasso piacere del riscatto sociale.

Nonna Tonina ha fatto tutto questo in una vita. E per una vita dalla tenera eta’ di 7 anni, ha fatto anche la pasta.
Ecco perche’ le ho chiesto di trovare un paio d’ore tra le sue attivita’ quotidiane: per condividere con me i segreti del suo sapere.
Conoscevo a memoria i gesti, avendola vista tirare la sfoglia in bilico sul tavolo sin dalla mia infanzia. Mi mancava la conoscenza delle dosi e mi mancava il suo sguardo vigile a dirmi dove sbagliavo. Ha avuto pazienza. E’ stata piu’ amorevole di quanto pensassi e mi ha spiegato i trucchi di un’arte di famiglia. La sera stessa ha messo in pentola le tagliatelle da me preparate, annunciando con complicita' al momento di portarle a tavola “Ecco le pappardelle fatte dalla mimina”. Lasciandomi prendere le mie soddisfazioni.

Ieri sera ho azzardato i ravioli alla ricotta e spinaci. Sembra che la tradizione sia stata tramandata correttamente. Bubs e' il piu' felice di tutti.