12.3.07

In fondo ai tuoi occhi

Tante cose da dire. Niente da scrivere. Un mal di testa pesante.
Questa vorrebbe essere la lettera che mi hai chiesto tempo fa e che non ti ho scritto mai.

Lo avessi fatto allora non sarebbe cambiato niente. Ti avrei raccontato del più e del meno. Del nuovo lavoro. Della mia vita, così diversa dalla tua. Dei miei obiettivi, piccoli piccoli in un mondo così vasto e grande. Ti avrei intrattenuto con le solite cose. Quelle che ti ho sempre detto. E a cui tu hai sempre risposto. Non per vero interesse.

Ci siamo raccontati un sacco di palle. Lo so io e lo sapevi tu. Ma vallo a capire.

Sono sempre stata al tuo gioco. Giochiamo al bravo ragazzo e all'amica ingenua. Facciamo finta che io non capisca niente, e fingiamo di credere che ci sia un domani, un futuro ad aspettarti alla fine di un qualcosa che non finirà mai.

Nonostante sapessi bene che questo sarebbe stato l'unico modo possibile, mi ritrovo spaesata lo stesso. Certo. E' ovvio. E' lo sgomento. Il caos dei pensieri e dei ricordi. Le scene di un tempo che è andato. Mi viene in mente tutto. Insieme. Frasi sconnesse. Abbracci affettuosi. Tu e Francesco che vi guardate negli occhi. Voi che ridete forte. E' la risata più bella.

Ma questo non è il posto giusto ed è meglio lasciar perdere. Non meriti banalità.

Ci siamo raccontati un sacco di palle. Ma io l'ho vista la disperazione in fondo ai tuoi occhi. La tua angoscia faceva paura e ho capito quel poco che c'era da capire tanto tempo fa. Credo sia questa l'unica spiegazione per il nostro legame. Lo so io e lo sapevi tu.